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Niccolò Cusano nacque nel 1401 a Kues, località della diocesi di Treviri, sulla Mosella, ove il padre si guadagnava da vivere facendo il battelliere. Niccolò, il cui cognome era Krebs, deve il nome con cui è passato alla storia al suo luogo di nascita (alcuni però ritengono che sia stato il grande umanista Enea Silvio Piccolomini, divenuto papa Pio II, a soprannominarlo Cusanus).
Nei poco più di 60 anni di vita – morì a Todi nel 1464 ed è sepolto nella chiesa romana di San Pietro in Vincoli – Cusano si affermò come un autentico genio: fu filosofo, teologo, giurista, matematico, studioso di scienze della natura; inoltre fu tra i protagonisti delle vicende della Chiesa e della società del suo tempo e lasciò un’imponente eredità di scritti di grande complessità e valore. Nel 1449 ricevette la berretta cardinalizia e successivamente venne nominato vescovo di Bressanone. Per un certo tempo, in assenza del papa, esercitò anche la funzione di vicario generale per la diocesi di Roma.
I numerosi impegni non lo distolsero mai dagli studi e neppure dal compito di predicare il Vangelo, che egli avvertì sempre come primario. Testimonianza assai significativa di questa attività sono i sermoni – quasi 300 – che pronunciò lungo tutto l’arco della sua vita religiosa. Dieci di tali prediche vengono ora presentate in prima traduzione italiana, a cura di Roberto Giannetti, in questo volume. Furono rivolte ai fedeli tra il 1428 e il 1459 in vari luoghi ove Cusano esercitò il suo ministero: in Renania, a Bressanone e a Roma. L’autore conobbe e ascoltò san Bernardino da Siena e molto probabilmente rimase affascinato dal calore con cui il santo toscano sapeva rivolgersi agli ascoltatori. Va detto che quelli a nostra disposizione sono schemi che Cusano ampliava poi al momento di pronunciare i sermoni veri e propri.
Da questo materiale emergono alcuni temi a cui l’autore annette grande importanza: primo fra tutti, la riforma della Chiesa. Si tratta di un tema centrale della religiosità cusaniana, imperniato sull’importanza decisiva della christiconformitas, ossia del conformare la propria vita al Vangelo. Cusano si dimostra molto abile nell’adattare il tono e le argomentazioni di ogni sermone al genere di uditorio che si trova dinanzi, senza tuttavia venir meno alle proprie convinzioni. Scrive il curatore a questo riguardo: «Anche nei sermoni, del resto, è facile scorgere gli stessi riferimenti biblici, teologici, neoplatonici, che risuonavano nelle sue opere più impegnative, ma in una forma più distesa, come se il patrimonio intellettuale di questo grande pensatore si fosse, per così dire, nascosto dietro le quinte per rendersi più accessibile e gradevole agli orecchi dei suoi ascoltatori» (p. 37).
È rimasto celebre il giudizio dato di Cusano dall’umanista fiorentino Vespasiano da Bisticci (1421-98), in cui vengono messe in luce le straordinarie doti intellettuali del cardinale, ma soprattutto il fatto che «fu di sanctissima vita et di bonissimo exemplo in tutte l’opere sua» e che, inoltre, «fu poverissimo cardinale, et non si curò d’avere». I sermoni confermano appieno tale giudizio.
NICCOLÒ CUSANO
Procedete nello Spirito. Sermoni
a cura di ROBERTO GIANNETTI,
Firenze, Le Lettere, 2020, 224, € 24,00.