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Gianni Manzone, professore di Teologia morale alla Pontificia Università Lateranense di Roma, affronta il tema della nanotecnologia, mettendolo a confronto con le sue implicazioni morali, scientifiche, politiche, sociali, culturali e teologiche. L’autore parte dalla natura della nanotecnologia per poi sviluppare un’analisi dettagliata delle questioni che la vedono protagonista. «La nanotecnologia costituisce un nuovo approccio alla ricerca scientifica e allo sviluppo industriale reso possibile dai progressi raggiunti dalle tecniche di miniaturizzazione, che consentono di agire sulla struttura atomica della materia, sia organica che inorganica» (p. 11). Per questo essa suscita grandi aspettative per le sue potenzialità e richiede una riflessione che ponga al centro la persona. È la persona, infatti, che può usufruire dei suoi vantaggi, ma può anche subirne conseguenze negative, a motivo di possibili eccessi o per usi non supportati da lungimiranti confronti tra esperti di varie discipline.
L’autore presenta i diversi approcci di pensiero al tema della nanotecnologia, offrendo una visione di orientamenti molto spesso divergenti tra loro. In modo particolare dedica alle tesi avanzate dall’ideologia transumanista un capitolo nel quale cerca di far emergere i presupposti concettuali che portano a una visione di fusione uomo-macchina: «L’attitudine transumanista tende al cambiamento radicale. Il fine ultimo è di superare la presente condizione umana e di divenire postumani. [I transumanisti] desiderano nanorobot che gradualmente ridisegnino il corpo umano secondo le loro idee di perfezione postumana» (p. 165).
Manzone sottopone al lettore alcuni interrogativi importanti sul tema a proposito della nanotecnologia, mostrando la valenza rivoluzionaria di questa e la necessità di renderla pienamente al servizio dell’uomo, impedendo ingiustizie sociali. Egli insiste sul tema del bene umano per poter capire, ad esempio, quale sia il confine tra i miglioramenti estetici e il perseguimento della perfezione, oppure tra il miglioramento della vita e la ricerca di un’evasione dai problemi fondamentali dell’esistenza.
Vengono indicate tre serie di esigenze etiche del bene umano, a partire dalle quali è possibile fondare riflessioni capaci di porre al centro la persona e di indirizzare l’uso della nanotecnologia: le istanze della giustizia e dell’equità, dell’autonomia e della libertà e della salute unita alla sicurezza.
La giustizia è un tema cruciale, in quanto lo sviluppo dei sistemi di potenziamento medico potrebbe indurre a una differenza sociale, qualora i ricchi fossero i primi ad adottarli, facendo allora subentrare la garanzia di una giustizia distributiva. Dobbiamo anche riconoscere di non avere la completa libertà e autonomia nelle aree della vita, e che quindi siamo chiamati alla responsabilità e all’elaborazione di forme di diritto politico che sappiano fornire regole che siano in grado di potenziare la libertà nel rispetto della salute e della sicurezza umana. Infatti, le esigenze etiche di queste ultime sono criteri capaci di porre corretti limiti alla libertà e all’autonomia delle persone.
L’autore infine tratta del ruolo della teologia nella cultura tecnologica, sottolineando che, come per la comunità scientifica il valore fondamentale è dato dalla ricerca e dalla conoscenza, così quello centrale della teologia è l’amore verso la persona, immagine di Dio, e verso l’intera creazione. Pertanto, la teologia non ha il compito di valutare come vengono prodotti i nanomateriali, ma piuttosto è chiamata a discernere le esigenze etiche che devono indirizzare la ricerca nanotecnologica verso uno sviluppo umano integrale e al tempo stesso aperto al senso che trascende ogni cultura.
GIANNI MANZONE
Morale artificiale. Nanotecnologie, intelligenza artificiale, robot. Sfide e promesse
Bologna, EDB, 2020, 244, € 25,00.