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Il volume del teologo Manuel Valenzisi, sacerdote francescano, è una proposta originale sulle vocazioni matrimoniale e celibatarie, scaturita da uno sguardo sul mistero di Cristo, inteso come Cristo totale. «L’intuizione che anima la ricerca […] non nasce da una riflessione solipsistica, ma è dono della comunione dei santi e degli amici qui in terra» (p. 158), dichiara l’A., animato dal desiderio di aiutare tutti coloro che sono in ricerca della propria vocazione o vogliono comprenderla più a fondo.
Suddiviso in quattro capitoli, preceduti dalla Prefazione di p. Mario Imperatori e seguiti dalla Postfazione di mons. Paolo Martinelli, questo libro possiede il pregio, non comune, di coniugare armonicamente diritto canonico, dogmatica, sacramentaria e spiritualità.
Il primo capitolo, un vero e proprio status quaestionis della nozione «stati di vita», dimostra, a partire da fonti autorevoli, l’origine socio-giuridica e non teologica di questa categoria.
Il secondo capitolo, ricco di questioni controverse e osservazioni critiche sui limiti della classica ripartizione degli «stati di vita» cristiani, suggerisce un nuovo vocabolario per definire in modo meno inadeguato alcuni punti fermi della condizione di ogni cristiano. Accurate analisi conducono l’A. a sostenere l’esistenza di un unico status, determinato dal battesimo, nel quale si radica ogni forma di vita cristiana. Tale acquisizione lo porta ad avanzare la proposta di riservare la nozione di «vocazioni paradigmatiche» alla forma matrimoniale e celibataria per il Regno, ossia ai due modi esemplari, ma non gli unici possibili, di vivere la risposta all’amore divino nel contesto dell’alleanza nuziale. Infatti, per Valenzisi, continuare a identificare la chiamata alla santità unicamente con queste due vocazioni è «teologicamente scorretto e risulta un discorso alienato dalla realtà […], che comporta molte più variabili di quante ne possano descrivere queste due scelte irrevocabili» (p. 140).
Con il richiamo al celibato «vissuto», ossia «non subìto» sebbene «non scelto», l’A. rivolge l’attenzione sul significato sponsale anche di una condizione oggi diffusa tra i credenti laici, i cosiddetti single, soggetti spesso a umilianti pregiudizi. In questo contesto, inizia a manifestarsi più chiaramente la dimensione nuziale delle vocazioni, che affonda le sue radici nel mistero di Cristo.
A partire dal terzo capitolo, Valenzisi procede lasciando emergere il mistero di Cristo-Maria/Chiesa in un contesto trinitario, attribuendo una grande importanza teologica al rapporto sponsale e verginale tra Maria e Giuseppe, chiave ermeneutica di ogni autentica relazione, specialmente tra uomo e donna. Grande valore è riconosciuto alla dimensione relazionale di tutte le vocazioni cristiane, dove la presenza o l’assenza del coniuge significa, secondo modalità opposte, una chiamata alla relazione con l’Altro, resa feconda dall’opera dello Spirito Santo. Si attua così una lettura del celibato capace di spalancare orizzonti di una notevole ricchezza teologica e pastorale.
Nell’ultimo capitolo, procedendo nella direzione della vita cristiana e spirituale, l’A. addita nell’Eucaristia la fonte e il culmine del grande mistero nuziale, che matrimonio e celibato esprimono e vivono in modo reciprocamente fecondo. Così l’A. invita a contemplare l’Eucaristia quale «presenza dell’Assente glorificato» (p. 272), per concludere il suo studio con alcune importanti prospettive di ricerca: la paradigmaticità del matrimonio e del celibato per il Regno anche per i non battezzati; il mistero nuziale quale metafora di un principio dogmatico; una provocazione alla/della vita consacrata «canonicamente intesa».
Capace di suscitare stimolanti interrogativi, questo studio si contraddistingue anche per una notevole chiarezza argomentativa e un’eccellente capacità di sintesi.