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In che modo un dio diventa il vero, unico Dio? Come egli assume e rivela i tratti venerati dal monoteismo giudaico, che crede in un Dio alleato nella storia, un Dio universale e assieme un Dio trascendente, innominabile, irrappresentabile? A questa domanda cerca di rispondere Thomas Römer, filologo, esegeta e docente di Antico Testamento presso la Facoltà teologica universitaria di Losanna. Egli espone con chiarezza e rigore alcune ipotesi, che sono oggetto di un vivace dibattito scientifico.
L’espressione «invenzione di Dio» non si riferisce a un bizzarro atto di arbitrio, ma al termine latino inventio, all’impegno e capacità di trovare una verità che, da un lato, attende di venire scoperta attraverso l’invocazione e l’interpretazione di segni dei tempi e, dall’altro, esige il concorso di una ricerca fiduciosa, mossa dagli eventi storici e guidata da scelte libere. L’idea ebraica di Dio nacque da questo dialogo intimo, fatto di tenerezza e lotta, di pause e accelerazioni.
«La stessa Bibbia conserva tracce che in Oriente, e persino in Israele, esisteva una pluralità di divinità e che il dio di Israele, il cui nome veniva pronunciato Yahweh o Yahu […], era ben lungi dall’essere il solo dio venerato dagli israeliti» (p. 5). L’«invenzione di Dio» nasce da tradizioni sedimentate e sovrapposte, da tracce di memoria, dagli incontri con popoli e culture limitrofi, dalla speranza in un interlocutore potente che non avrebbe avuto più bisogno di un nome proprio, di statue e icone magiche, di sacrifici umani, di una monarchia, e persino di una terra fissa.
Römer utilizza un’ampia documentazione specialistica, il ricco apparato testuale biblico e gli insegnamenti dell’archeologia e dell’epigrafia per smascherare le ricostruzioni ideologiche e congetturare un’origine meridionale, non israelitica, del dio YHWH, un dio del deserto, un dio che assume e trasfigura le funzioni di altre divinità (gli dèi solari, della guerra, della tempesta, della vitalità).
Un dio geloso, che dà comandi esclusivi all’uomo fatto a sua immagine e gli impone il compito di pensare teologicamente l’enigma del male nel mondo e di recuperare gli aspetti femminili, che erano stati rimossi sin quando Giosia bandì ogni dea paredra dal culto ufficiale.
Punto decisivo dell’«invenzione» fu la «storiografia deuteronomista», che elaborò un racconto delle origini per mostrare che la distruzione di Gerusalemme e del tempio e l’esilio (587 a.C.) non furono causati dalla debolezza di YHWH, ma dalla sua forza, superiore a quella di ogni altro dio: una forza che si era servita dei babilonesi per punire il popolo eletto e i re che non avevano rispettato i comandamenti.
Sono proprio gli esiliati provenienti dall’élite giudaica a produrre i rotoli da cui hanno avuto origine il Pentateuco e i libri profetici. A partire da un desiderio di riscatto vennero così poste le basi dell’esigente nozione monoteista, che troviamo espressa nei capitoli 40–55 del libro di Isaia, secondo cui YHWH è il Dio unico, universale, che ha creato il mondo, ha scelto Israele come popolo eletto ed esige la circoncisione del cuore.
Römer conduce il lettore verso il Sud confinante con l’Egitto, dove alcuni nomadi venerano una divinità di nome «Yahhwa», che è forse un monte divinizzato. Del resto, YHWH si rivela a Mosè durante il soggiorno presso i madianiti e gli appare come un Dio sconosciuto, cui è legittimo chiedere quale sia il suo nome proprio. Una prova indiretta che c’è ancora il rischio di confonderlo con altre divinità.
Aspetto di estrema attualità è il fatto che, nella Bibbia ebraica, coabitano due monoteismi diversi: una versione esclusivista, guerresca, distanziante, e una versione inclusiva, pacifica – riconducibile agli scritti «sacerdotali» –, che accoglie le verità religiose di altri popoli come cerchi allargati di una rivelazione centrale riservata al popolo eletto, ma percepita e percepibile da tutte le «genti». Questo monoteismo fecondo ha promosso un’evoluzione civile indiscutibile, lottando contro l’idolatria e la divinizzazione della natura e invitando l’essere umano a intervenire e governare responsabilmente gli eventi caotici del cosmo.
THOMAS RÖMER
L’invenzione di Dio
Torino, Claudiana, 2021, 296, € 29,00.