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Da quando, dopo l’orrore della Shoah, il Concilio Vaticano II ha riconosciuto e confermato l’esistenza di un profondo legame spirituale tra cristiani ed ebrei, molto è cambiato nel rapporto tra gli uni e gli altri. Dopo secoli nel corso dei quali l’atteggiamento dei cristiani nei confronti delle comunità israelitiche è stato caratterizzato da una miscela di arroganza, condiscendenza e disprezzo, alla quale si sono spesso accompagnate discriminazioni, persecuzioni e violenze, ha finalmente visto la luce un fecondo dibattito culturale basato sul rispetto reciproco.
Ecco emergere, dunque, una questione di fondamentale importanza: nel testo biblico è davvero presente tutto quello che vi è stato «trovato» per legittimare l’adozione dei tanti provvedimenti antisemiti presi nel corso dei secoli? Secondo i curatori del volume – il teologo Paul Petzel e il giornalista, nonché collaboratore della rivista Stimmen der Zeit, Norbert Reck – molte delle accuse che, quasi per abitudine, sono state mosse nei confronti degli ebrei si sono rivelate prive di ogni fondamento storico-critico. In altri termini: addossare loro, per esempio, la responsabilità per la morte di Gesù Cristo non è insensato soltanto oggi, ma lo è sempre stato.
Petzel e Reck invitano dunque i cristiani a leggere seriamente le loro Scritture, affinché i fraintendimenti e le calunnie di cui sono state vittime gli ebrei e la loro cultura non abbiano più alcun diritto di cittadinanza. E tutto questo per onestà intellettuale: indipendentemente, quindi, dallo sterminio perpetrato dai nazisti.
Come appare evidente fin dal titolo, il libro è costituito dall’esame di alcuni lemmi che si trovano in vari brani del testo biblico e che vengono presentati al lettore in ordine alfabetico. Si va pertanto da «Abba» a «YHWH», passando, ad esempio, per «Deicidio», «Occhio per occhio, dente per dente», «Pasqua – Pesach» e «Qumran».
È utile illustrare brevemente il procedimento seguito dai curatori e dai tanti autorevoli studiosi che hanno fornito il proprio contributo all’opera. Questi ultimi – gli specialisti ai quali è stato fu chiesto di far parte del gruppo di dialogo istituito nell’ambito del Comitato centrale dei cattolici tedeschi ormai molti anni fa – hanno formulato una prima versione dei diversi lemmi, che poi è stata esaminata e talvolta rielaborata dai due curatori perché acquistasse una maggiore concisione e leggibilità. Petzel e Reck, successivamente, l’hanno sottoposta di nuovo all’attenzione dei membri del gruppo di dialogo, in modo che venisse riveduta e vi fosse aggiunto un commento.
Si è trattato, dunque, di un lavoro a più mani, grazie al quale la lettura dei vari termini esaminati si è fatta più ricca ed esatta, ma che non ha mai avuto alcuna intenzione di stabilire il senso definitivo di un determinato passo della Bibbia. I due curatori, infatti, sostengono che «il confronto con gli scritti biblici è un processo aperto; non potrà mai essere chiuso» (p. 7). E, qualche riga dopo, aggiungono: «Abbiamo imparato che nessun testo in questo libro ha accontentato tutti in modo uguale, e l’uniformità non è neanche quanto si doveva ottenere. Ciò che però è sempre necessario sforzarsi di fare è vivere con le nostre diversità e avere pazienza con la parzialità del nostro lavoro» (ivi).
Sembra dunque che sia stato individuato il giusto approccio alla questione: un approccio che, oltre ad aver prodotto un testo chiaro e conciso, appare in grado di costituire una tappa significativa verso una maggiore comprensione tra ebrei e cristiani e quindi di rendere più agevole il loro dialogo.
L’ebraismo dalla A alla Z. Parole chiave per rimuovere errori e luoghi comuni
a cura di PAUL PETZEL – NORBERT RECK
Bologna, EDB, 2018, 144, € 15,00.