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Con riflessioni su temi biblici dell’ultimo libro del Nuovo Testamento, con un ragionamento che mostra l’attualità di questi temi, con riferimenti ad autorevoli commenti, in L’Agnello, il Drago e le donne Enrichetta Cesarale presenta in tre parti una lettura spirituale dell’Apocalisse. L’autrice, discepola affezionata del noto biblista gesuita p. Ugo Vanni – come mostrano le numerose citazioni del maestro lungo tutto il libro –, evidenzia, «attraverso la figura e il ruolo dell’Agnello, insieme con quello del Drago e delle due Donne, anch’esse protagoniste dello scenario apocalittico in cui tutti siamo inseriti come esseri umani, la portata storica che ognuno di loro ha» (p. 423).
Nella prima parte, intitolata «Il Velo rimosso», l’autrice chiarisce che il senso dell’Apocalisse è lo svelamento di una buona notizia e di un mistero di Amore: «il mysterion nascosto di Dio e la misura della convivenza umana… cioè il segreto della modalità trinitaria di vita, come misura per rifuggire le proposte manipolatorie del demoniaco, che tende proprio a corrompere le relazioni» (p. 22). Questo è il significato delle visioni di Giovanni nell’Apocalisse, come quella di una donna incinta, vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e, sul capo, una corona di dodici stelle (cfr Ap 12,1-2). Poi, di seguito la visione di un’enorme drago rosso – con sette teste e dieci corna e sulle teste dieci diademi –, che trascina e precipita sulla terra un terzo delle stelle del cielo. Dopo il parto, il bambino, destinato a regnare su tutte le nazioni, è subito rapito verso Dio e il suo trono. La donna, invece, fugge nel deserto per 1.260 giorni, mentre nel cielo si svolge un combattimento tra Michele e i suoi angeli e il drago e i suoi angeli. Questa battaglia non cambierà le sorti della storia: il drago e i suoi angeli non prevarranno, perché il regno del bambino è definitivo, e stabile per sempre.
La spiegazione di questi «segni», con il simbolismo della donna – che rappresenta la fecondità del rapporto sponsale del popolo di Dio –, è esposta dettagliatamente nella seconda parte del libro della Cesarale. In questa parte – intitolata «L’agape trinitaria e l’invidia della triade demoniaca» – la comprensione del male è esaminata dalla prospettiva celeste: «Dal cielo si distinguono, più nitidamente, i tratti costitutivi della triade demoniaca, quale falsissima anti-trinità che sta operando sulla terra, mentre cerca di farsi adorare, con l’inganno, dai suoi abitanti, mascherando le sue opere di presunta trascendenza» (pp. 142 s). La Chiesa, «grazie alla inabitazione», riceve «lo sguardo oblativo e agapico della Trinità» (p. 152).
La terza e ultima parte del libro, intitolata «L’ira dell’agape ferita», spiega la rivelazione agapica nel racconto del versamento delle sette coppe d’oro a opera di sette angeli. La Pasqua di Gesù ha rivelato l’ira di Dio, descritta dall’autore dell’Apocalisse (cfr Ap 16,1-21) come versamento delle sette coppe (o fiale), che bruciano, «con il fuoco della sua passione, tutto ciò che è contro la dignità della vita» (p. 276).
In tutte e tre le parti del suo libro l’autrice cerca nelle pagine dell’Apocalisse una risposta alla questione del male. Non è difficile «decodificare la cifra del demoniaco», che «provoca l’organizzazione della vita secondo un sistema diverso da quello voluto da Dio, esclusivamente immanente e congegnato per far credere agli abitanti della terra che la Via dell’Agape sia un inganno» (pp. 220 s). Come comprendere le visioni della sconfitta del drago e dei suoi angeli nelle manifestazioni del male che si presenta ripetutamente con le astuzie del «diffamatore»: nei macro-conflitti, nelle divisioni di gruppi, comunità, famiglie, nelle menzogne e ambiguità di comportamenti quotidiani che in relazioni apparentemente ordinarie nascondono pulsioni narcisiste, arrivismo e competizioni? «Il fatto però che sia una realtà il male e che la triade demoniaca sia ancora all’opera nel mondo non toglie la certezza che il disegno redentivo di Dio è avvenuto e rimane realizzato» (pp. 281 s).
L’opera della Cesarale sottolinea un aspetto centrale della teologia del libro dell’Apocalisse: il senso del male nel tempo della salvezza alla luce del compimento del Principio. Come scrive il vescovo Mauro Maria Morfino: «Attraverso un articolato e ricco itinerario, illuminato e scandito (anche) da un vocabolario vivo, plastico, avvincente, l’Autrice aiuta il lettore a riannodare saldamente l’ultima pagina della Scrittura a quella prima scena biblica di Genesi dove, quel cielo e quella terra, “tutto buono e bello”, trovano continuità e compimento» (p. 7).
ENRICHETTA CESARALE
L’Agnello, il Drago e le donne.
L’invidia della triade demoniaca e la vittoria di Cristo Agnello
in piedi come ucciso
Assisi (Pg), Cittadella, 2021, 436, € 28,50.
Pino Di Luccio