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La riforma liturgica a Roma, nella sua dimensione storica, teologica e pastorale viene esaminata, sulla base dell’analisi documentaria dell’archivio della diocesi, attraverso una rilettura del percorso che segnò la preparazione prossima e la prima attuazione dei princìpi teologici e del modus celebrandi espressi dal Vaticano II. Il periodo su cui si concentra in modo specifico la ricerca è quello compreso tra il 1956 – anno caratterizzato dalla celebrazione del Congresso liturgico di Assisi e, a Roma, dalla nomina dei nuovi membri della Commissione liturgica – e il 1975, anno della pubblicazione dell’editio typica altera del Missale Romanum e coincidente, nella diocesi di Roma, con la fase conclusiva della seconda visita pastorale di Paolo VI (1977).
Lo studio di p. Giuseppe Midili, carmelitano, direttore dell’Ufficio liturgico della diocesi di Roma, intende evidenziare come la riforma liturgica a Roma sia stata attuata grazie all’azione formativa dei pastori che ne hanno fatto proprio lo spirito e lo hanno trasmesso alle comunità ecclesiali con una metodologia nuova: quella dell’accompagnamento, «fondata più sul convincere mostrando che sull’imporre». Tale metodologia, secondo l’autore, costituisce per la Chiesa contemporanea, nella quale il cammino di attuazione dei princìpi conciliari non è ancora concluso, un modello pastorale di evangelizzazione volto a far riscoprire ai credenti il significato profondo dell’incontro con Cristo che si fa presente nella celebrazione, e a far sperimentare la sintonia che c’è tra liturgia e vita vissuta.
Il volume, strutturato in nove capitoli, è suddiviso in tre parti. La prima, dedicata alla fase preparatoria della riforma (1956-1963), ricostruisce cronologicamente alcuni degli avvenimenti che hanno preparato la riforma: la ricostituzione della Commissione liturgica diocesana del 1956, anche su sollecitazione di Annibale Bugnini; il primo Sinodo Romano (1960), a cui dette il suo apporto teologico Cipriano Vagaggini; e la nascita, nel 1960, della Rivista diocesana di Roma che, in mancanza di fonti archivistiche, rappresenta una fonte unica di accesso a quelle indicazioni, norme e studi che hanno garantito un’autentica formazione del clero al modus celebrandi gradualmente introdotto negli anni della riforma.
Nella seconda parte del volume, dedicata alla fase iniziale della riforma (1964-1968), la rilettura dei verbali della Commissione liturgica diocesana e l’analisi dei molteplici interventi di Paolo VI e di articoli apparsi sull’Osservatore Romano costituiscono il filo conduttore per la comprensione del modo in cui la riforma passò dalla riflessione teologica alla prassi celebrativa.
Nella terza parte, riguardante la fase di attuazione della riforma (1968-1975), viene presentato lo «stato della riforma» che emerge dalla documentazione della visita pastorale di Paolo VI e si descrivono alcune iniziative di pastorale liturgica.
Arricchisce il volume un’ampia parte documentaria, in cui confluiscono i testi ai quali si rimanda lungo tutta la trattazione.
Nelle conclusioni, Midili, oltre a offrire una visione unitaria dei risultati emersi dalla ricerca, apre la strada a una nuova fase di attuazione delle prospettive conciliari di pastorale liturgica.
Il corposo studio, frutto della ricerca e dell’esperienza pastorale dell’autore, costituisce uno stimolo a proseguire quell’opera di instauratio liturgica promossa e avviata dal Concilio e che oggi maggiormente necessita di un percorso di iniziazione mistagogica alla vita liturgica rivolto al popolo di Dio e, soprattutto, ai suoi pastori.
GIUSEPPE MIDILI
La riforma liturgica nella Diocesi di Roma. Studio in prospettiva storica e pastorale (1956-1975)
Roma, Centro Liturgico Vincenziano, 2018, 428, € 55,00.