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ABSTRACT – Poco dopo la Seconda guerra mondiale, nel 1951, la Convenzione delle Nazioni Unite sui rifugiati, firmata a Ginevra – un trattato multilaterale giuridicamente vincolante – definì chi è un rifugiato, quali diritti hanno coloro che si trovano in questa situazione, e stabilì gli obblighi delle nazioni nei loro confronti. Tuttavia, a parte una Convenzione sui lavoratori migranti, finora riguardo ai migranti in generale non c’è stato alcun accordo internazionale paragonabile a quella Convenzione del 1951. Così, alla luce della crisi migratoria europea del 2015-16, si è avviato un processo a cui ha partecipato anche la Santa Sede e che ha portato alla stesura e all’approvazione del Global Compact for Safe, Orderly and Regular Migration (Gcm).
Ora, più che una convenzione o un trattato, il Gcm è un accordo politico. Si tratta di un quadro cooperativo non giuridicamente vincolante, che fissa alcune norme basate sulle politiche e sulle prassi attuali dei suoi sottoscrittori. Il Gcm può essere utilizzato come uno strumento per aiutare gli Stati a gestire più efficacemente la migrazione attraverso la cooperazione internazionale. Espone le best practices che gli Stati già adottano al loro interno, a livello bilaterale e anche a livello regionale, come richiedono le circostanze politiche della singola nazione.
Iniziato con l’approvazione della Dichiarazione di New York su rifugiati e migranti, il processo che ha condotto al Gcm ha richiesto un anno di consultazioni informali e sei mesi di negoziati.
Nel mentre, il 1° gennaio 2017, all’interno del Vaticano, ha iniziato a operare la nuova Sezione migranti e rifugiati (M&R). Papa Francesco ha indicato gli elementi necessari nella risposta ai problemi dei migranti: «Accogliere, proteggere, promuovere e integrare»; e M&R ha preparato Venti Punti di Azione per i Patti Globali, di tenore pastorale, strutturandoli in base a questi quattro verbi.
Ora, c’è una chiara somiglianza tra i Venti Punti di Azione e i 23 Obiettivi individuati dal Gcm. Almeno 15 dei 20 punti possono rispecchiarsi nel Patto globale. Il documento enuncia inoltre 10 princìpi interdipendenti, che compongono l’accordo: la priorità della persona, la cooperazione internazionale, la sovranità nazionale, lo Stato di diritto e il giusto processo, lo sviluppo sostenibile, i diritti umani, la specificità di genere, l’attenzione al bambino, l’approccio olistico governativo e l’approccio olistico sociale (cfr Gcm 15). Vi si afferma il principio di «non respingimento», anche se il termine non compare espressamente nel testo (cfr Gcm 37).
Il Patto globale è stato adottato ufficialmente da 164 Paesi in una Conferenza intergovernativa sulla migrazione internazionale, tenutasi a Marrakech nei giorni 10-11 dicembre 2018.
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THE “GLOBAL COMPACT” ON MIGRATIONS
In the context of the 2015-16 European migration crisis, a process was launched in which the Holy See took part leading to the drafting, approval and adoption of the Global Compact for Safe, Orderly and Regular Migration (GCM). Commencing with the approval of the New York Declaration on Refugees and Migrants, the process took one year of informal consultations and six months of negotiations. This article considers the main features of the GCM and its similarities with the Twenty Action Points on Global Compacts prepared by the Holy See. A positive evaluation of the GCM is given, especially as it offers best practices and calls for international collaboration.