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È molto positivo che un giovane studioso cinese – attualmente docente di storia a Shanghai, ma che ha lavorato alcuni anni presso l’ambasciata della Repubblica popolare cinese a Roma e ha compiuto studi storici anche in rapporto con istituzioni vaticane – abbia dedicato un nuovo lavoro a un capitolo molto importante della storia dei rapporti fra la Chiesa cattolica e la Cina, nonostante le moltissime pagine che già vi erano state destinate: la prima missione di un Legato pontificio da Roma a Pechino, nei primi anni del Settecento. È un passaggio drammatico: la svolta determinante, che sanziona la fine del periodo più promettente della Chiesa cattolica in Cina e avrà conseguenze pesanti nelle vicende che porteranno alla soppressione della Compagnia di Gesù.
Ma il libro narra anche la tragica vicenda personale di un giovane e brillante ecclesiastico torinese – Carlo Tommaso Maillard de Tournon – il quale, nel 1701, quando non ha ancora 33 anni, si sente chiedere da papa Clemente XI di partire per un viaggio rischioso e faticosissimo che durerà tre anni e mezzo fino a Pechino, dove dovrà incontrare il capo del più grande impero del mondo, e affrontare – come Legato pontificio! – questioni estremamente complesse, di carattere dottrinale e pastorale (l’accettabilità o meno di certi «riti cinesi» da parte dei cattolici) e giuridico (le tensioni fra i missionari dei diversi Ordini religiosi e anche al loro interno; il padroado della corona portoghese e la giurisdizione della nuova Congregazione di Propaganda Fide…).
L’autore sa bene che dovrebbe cercare di bilanciare fonti e prospettive molto diverse e tradizionalmente in conflitto; detto un po’ brutalmente: progesuitiche e antigesuitiche. Il suo sforzo è di utilizzare sia gli imponenti Acta Pekinensia, del gesuita K. Stumpf (un dettagliato resoconto dei fatti redatto a Pechino da un contemporaneo, custodito negli archivi della Curia della Compagnia di Gesù), sia i molti manoscritti e documenti raccolti da Gian Giacomo Fatinelli (agente e procuratore di Tournon a Roma, e quindi interprete di prim’ordine delle sue posizioni), custoditi alla Biblioteca Casanatense presso il convento domenicano della Minerva.
I racconti, riportati in dettaglio, sono molto interessanti e avvincenti. Tuttavia la loro vera integrazione in una lettura obiettiva dell’intera vicenda non sembra raggiunta. Nel complesso risulta chiaro che, come afferma l’autore stesso, «si è volutamente privilegiato il punto di vista di Tournon, indagando nelle pieghe della sua esperienza personale vissuta in diversi anni, con vera sofferenza e un’incrollabile obbedienza alla Santa Sede.
La narrazione risulta essere una specie di controcanto rispetto a tanta altra storiografia, soprattutto quella che privilegia le fonti dei Gesuiti (pp. 6-7). Impressionante è in particolare il racconto degli ultimi tre anni del Legato, espulso dalla Cina e detenuto a Macao – sotto il controllo delle autorità portoghesi a lui ostili –, dove muore nel 1710, a 41 anni, in condizioni di grave umiliazione e prostrazione, pur avendo ricevuto la berretta cardinalizia inviatagli dal Papa in riconoscimento della sua fedeltà.
Il giovane Legato, animato da una coscienza quasi sacrale della sua missione, appare schiacciato da una complessità di problemi e di tensioni assai più grandi di lui, così profondi da portare a conseguenze storiche ben più ampie della sua tragedia personale.
Guardando all’esito della vicenda, non si può tuttavia trascurare il fatto che anche il vescovo di Pechino, Bernardino Della Chiesa (francescano e non gesuita), che aveva dato a Tournon importanti consigli da lui non ascoltati: scrivendo a Roma, considerava la sua legazione come disastrosa per la missione in Cina.
Se questo libro non rappresenta dunque certo l’ultima parola su Tournon e la sua legazione, non si può negare che presenti molti aspetti interessanti e susciti riflessioni su temi fondamentali. Ad esempio, la tensione fra la visione che il grande (e saggio) imperatore Kangxi ha della sua responsabilità su ciò che avviene nella Cina (anche circa l’attività dei missionari) e la sua interpretazione del significato degli usi cinesi e, dall’altra parte, la visione della giurisdizione religiosa universale del Papa; o le conseguenze delle divisioni interne alla Chiesa.
Dobbiamo dunque continuare a studiare e a riflettere sulla controversia «dei riti cinesi», per cercare di capire come non restarne (o tornare ad esserne) intrappolati anche in futuro. Questo libro di Rui Zhang è un ottimo rilancio di questo impegno.
RUI ZHANG
La missione del primo Legato pontificio Maillard de Tournon.
All’origine delle relazioni tra Santa Sede e Cina (1622-1742)
Città del Vaticano, Urbaniana University Press, 2022, 240, € 24,00.