|
Papa Francesco è tornato in Ungheria, dopo il viaggio compiuto a Budapest il 12 settembre 2021, in occasione del Congresso eucaristico internazionale. È il secondo Pontefice a visitare il Paese dopo san Giovanni Paolo II, che lo aveva visitato nel 1991 e nel 1996.
L’elemento centrale del logo di questo viaggio è il «Ponte delle catene» di Budapest, il più antico ponte ungherese che attraversa il Danubio. Simbolo della capitale e del Paese, in origine fu costruito per collegare le città di Buda e Pest. Chiaramente evoca il pensiero, più volte richiamato da papa Francesco, dell’importanza di costruire ponti.
Il Pontefice ha lasciato l’aeroporto di Fiumicino alle 8,10 circa, alla volta dell’aeroporto internazionale Ferenc Liszt di Budapest, dove è atterrato alle 10,00. È stato accolto dal vice Primo ministro ai piedi della scala anteriore dell’aereo, e due bambini in abito tradizionale gli hanno offerto pane e sale.
Quindi si è trasferito al Palazzo Sándor, nel quartiere del Castello di Buda, che è la residenza ufficiale del presidente della Repubblica. Qui si è svolta la cerimonia di benvenuto. La presidente Katalin Novák e il Papa hanno raggiunto, attraverso l’ascensore, il primo piano per l’incontro privato, al quale è seguito quello con il primo ministro Viktor Orbán.
È essenziale ritrovare l’anima europea
Dopo mezzogiorno, il Papa ha raggiunto la sala dell’ex monastero carmelitano, sede del Capo del governo ungherese, dove ha incontrato le Autorità politiche e religiose, il Corpo diplomatico, alcuni imprenditori e rappresentanti della società civile e della cultura: circa 200 persone in tutto.
La Presidente ha tenuto un discorso. A seguire il Papa ha tenuto il suo con una riflessione ampia rivolta al Paese, che ha ricordato la storia, ma ha offerto anche chiari riferimenti per il futuro, anche alla luce della sua tradizione cristiana e delle sue radici europee.
Francesco ha parlato di Budapest…