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L’autrice, psicoterapeuta e docente, da anni si occupa di problematiche adolescenziali anche a livello di ricerca; in questo libro esamina alcune caratteristiche inedite di questa fascia di età.
Due eventi hanno cambiato la configurazione dell’adolescente. Anzitutto la rivoluzione del web, che lo accompagna dalla nascita. Esso consente un accesso a una quantità apparentemente illimitata di informazioni e di relazioni; ma a tali possibilità non corrisponde una parallela capacità di relazionarsi vis à vis, rimanendo alla superficie delle cose, che possono apparire e scomparire con la facilità di un click.
Dall’altro lato, l’adolescente è chiamato a fronteggiare un massiccio bombardamento di stimoli e contenuti molto più difficili da gestire rispetto alle relazioni in presenza. Contenuti non di rado esplicitamente violenti e scopertamente sessuali, che lo incuriosiscono, ma rischiano di rubargli i propri sogni, o accentuare aspetti problematici: «Gli adolescenti vivono già di loro un fortissimo tema di vergogna e inadeguatezza, possiamo immaginare come le sfaccettature più ostili dell’ambiente digitale possano influenzarli negativamente, esasperando il disagio esistenziale», anche perché costretti ad adeguarsi a standard di accettazione impossibili da raggiungere (p. 51).
Con il diffondersi della pandemia di Covid-19, il digitale ha monopolizzato tempo ed energie, rendendo ancora più rarefatte le relazioni e il senso di appartenenza sociale, di riferimento a una comunità presente nel mondo fisico, che richiede impegno, dedizione e condivisione di valori: «Siamo social ma non più sociali» (p. 79). L’apparente sicurezza conferita dal rimanere dietro lo schermo senza esporsi porta a un ritiro sociale (la «sindrome dello spettatore») inedito e particolarmente deleterio per questa fascia di età.
La compagnia di un tempo, il gruppo di amici, la squadra di calcio vengono sostituiti dal gruppo WhatsApp, dal quale si cerca ad ogni costo di non essere esclusi. Una situazione contraddittoria e dolorosa: «Hanno paura della solitudine, di non essere visti, di non sentire di esistere, ma nello stesso tempo temono il confronto e l’intimità» (p. 112).
Ma soprattutto l’iperstimolazione esterna va a scapito dell’esplorazione interna, portando a un analfabetismo affettivo, a ignorare cosa si prova e desidera dalla propria vita. Riprendendo le analisi di Jean Twenge e di Miguel Benasayag, questo tipo di approccio alla realtà non favorisce una crescita sana, perché rende gli adolescenti «meno ribelli. Più tolleranti. Meno felici. Esattamente ciò che non dovrebbe essere un adolescente, inquieto, indolente, esuberante, esagerato» (p. 97).
Da qui anche una serie di fraintendimenti che possono accentuare disagio e insicurezza: la confusione tra desideri e bisogni, decidendo sull’emozione del momento, o identificare la realizzazione con la visibilità, riducendo l’altro a «uno strumento di gratificazione personale, non un essere umano interessante di per sé» (p. 100).
Sono segni di un cambiamento antropologico inedito, «dal cuore alla pelle», caratterizzato dal narcisismo, dall’analfabetismo affettivo, dalla superficialità delle relazioni e da un diffuso disagio di vivere, l’ombra inquietante» del nichilismo, inteso come mancanza di uno scopo per cui vivere: «Quando restano sostanzialmente insoddisfatti i bisogni autentici di “essere” e di “essere in relazione”, i sentimenti di incertezza, sfiducia, disperazione nel futuro, ansia, depressione, rimangono incontenibili» (pp. 102 s).
L’ambito delle relazioni rimane il parametro decisivo per la costruzione della personalità, a cominciare dal contesto familiare. Nella parte finale del libro vengono offerte possibili piste educative, rivolte soprattutto ai genitori, per costruire un dialogo autentico e attento con il figlio adolescente, per aiutarlo a fare esperienze reali, integrando desideri e paure, senza censurarli o edulcorarli.
In un’epoca che si mostra sempre più liquida e variegata, vi sono anche accresciute possibilità e strumenti per conoscersi meglio: Mindfulness, alfabetizzazione emotiva, educazione affettiva, Parent training. Sono opportunità che possono risultare utili agli stessi genitori affinché non si sentano soli in questo compito, difficile ma indispensabile.
MICHELA PENSAVALLI
La difficile adolescenza.
Tra autonomia e bisogno di riconoscimento nell’epoca ipermoderna
Cinisello Balsamo (Mi), San Paolo, 2022, 144, € 10,00.