LA DIALETTICA DI HEGEL
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L’ermeneutica è una delle correnti più significative e feconde della filosofia contemporanea. Nata nell’Ottocento come scienza dell’interpretazione dei testi letterari, giuridici e religiosi, è stata ripresa e sviluppata nel Novecento da Hans-Georg Gadamer, Paul Ricœur, Luigi Pareyson e altri, diventando una vera e propria filosofia dell’uomo e del suo mondo.
In questo volume Gadamer raccoglie i suoi studi sulla dialettica di Hegel, uno dei punti più controversi e discussi dell’idealismo assoluto. La prima edizione di questo libro risale al 1973 ed era costituita allora da cinque saggi e due lettere di Martin Heidegger a Gadamer; in quella forma è stata inserita nell’Opera omnia di Gadamer. La seconda edizione italiana, apparsa nel 1996, è stata ampliata con quattro saggi e una lettera di Heidegger a Gadamer.
I nove saggi che costituiscono il volume, seguiti dalle tre lettere di Heidegger, sono stati disposti da Gadamer in ordine logico-tematico, che di fatto esprime la complessità delle problematiche affrontate nell’interpretazione del pensiero hegeliano. Tuttavia uno degli aspetti più significativi del libro è la documentazione della presenza dell’idealismo assoluto nella riflessione di Gadamer durante l’intera sua attività accademica e pubblicistica: presenza che ha ben contribuito alla definizione dell’ermeneutica filosofica.
Poiché Gadamer conseguì la libera docenza con Heidegger nel 1929, svolse la docenza universitaria fino alla pensione e poi partecipò ancora a seminari ad Heidelberg e in altre università, si può ritenere che la riflessione su Hegel sia stata il principale sottofondo ispiratore della sua filosofia.
Pur tenendo presente l’intera opera hegeliana, l’attenzione di Gadamer si è rivolta preferibilmente alla Fenomenologia e alla Logica, gli unici scritti che considerava veri libri e non solo dispense per lezioni universitarie. Proprio in queste due opere Hegel sviluppa gradualmente la sua dialettica, che in tre momenti successivi conduce il processo interno della coscienza, attraverso le diverse figure, all’Assoluto: un processo che è insieme legge del pensiero e dell’essere, in cui il razionale coincide con il reale.
Gli studi raccolti in questo volume sono piuttosto dificili, in quanto Gadamer, mentre espone il pensiero di Hegel, lo interpreta secondo le sue personali categorie e acquisizioni, lo inserisce all’interno della tradizione filosofica e infine giunge ad affermare che «quanto più radicalmente il pensiero oggettivante riflette su se stesso e sviluppa l’esperienza della dialettica, tanto più chiaramente rimanda a ciò che esso non è. La dialettica deve riprendersi nell’ermeneutica» (p. 107).
L’interpretazione della dialettica hegeliana ha esposto Gadamer a forti critiche, in particolare da parte di Heidegger, che lo accusava di dimenticare l’oggettività dell’Essere e la sua rilucenza nell’esserci, e quindi di ricadere nella coscienza pura, e da parte di Jürgen Habermas, che vedeva in lui la permanenza dell’oggettività dell’idealismo nel linguaggio e nella sottomissione alla tradizione culturale.
Lo studio della dialettica hegeliana ha permesso a Gadamer di fondare l’ermeneutica sul divenire dell’Essere e sul movimento originario del pensiero, in cui il primato è attribuito comunque all’Essere, che si schiude, si comunica all’interno di una tradizione e risplende nella coscienza dell’uomo.
HANS-GEORG GADAMER
La dialettica di Hegel
a cura di RICCARDO DOTTORI
Bologna, Marietti 1820, 2018, 240, € 18,50.