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Il contesto dell’articolo. Il documento firmato ad Abu Dhabi un anno fa, il 4 febbraio 2019, da papa Francesco e dal Grande imam di al-Azhar, offre spunti innovativi anche per la riflessione sull’aspetto specifico della pratica del dialogo tra cristiani e musulmani.
Perché l’articolo è importante?
L’articolo esplora alcune lezioni apprese dall’autore nella sua esperienza di dialogo «sul campo». Nel mondo moderno il rapporto normale tra musulmani e cristiani non è il conflitto, ma di certo non possiamo essere soddisfatti di come attualmente si svolgono le reciproche relazioni. Per questo il Documento di Abu Dhabi offre delle prospettive nuove.
Prima di tutto l’articolo propone i confini essenziali della questione. Non tutto ciò che viene presentato come dialogo lo è davvero. Per «dialogo», ad esempio, non si possono intendere due monologhi che casualmente si svolgono nella stessa stanza. Il dialogo non è dawa, non è proselitismo: è un atto di comunicazione, che oltre a richiedere un ascolto attivo, fiorisce quando gli interlocutori sono chiari sul fine del loro discorrere e onesti riguardo alla diversità delle interpretazioni all’interno della vasta tradizione che rappresentano.
Al dialogo, inoltre, serve un ordine del giorno. Esso dovrebbe essere improntato alla seguente domanda: «Che cosa stiamo cercando di realizzare nel nostro dialogo in questo caso particolare?».
Infine, una delle sfide è come diffondere il dialogo responsabilizzando le persone affinché apprendano e cambino il loro atteggiamento. Infatti, il dialogo non deve essere una questione elitaria, tra persone di ceto medio e istruite, ma dovrebbe raggiungere anche la base. E non dev’essere colonizzato dalle agenzie laiche, che lo strumentalizzerebbero per i loro motivi specifici.
Quali sono le domande che l’articolo affronta?
- L’appello del Documento di Abu Dhabi alle potenzialità del dialogo è soltanto una pia aspirazione, o questa via potrebbe davvero essere innovativa, anche nella pratica specifica del dialogo islamo-cristiano?
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LESSONS OF ISLAMIC-CHRISTIAN DIALOGUE
An innovative document, signed in Abu Dhabi a year ago, on February 4, 2019, by Pope Francis and the Great Imam of al-Azhar, places a strong emphasis on the practice of dialogue between Christians and Muslims. In this article the Author explores certain lessons learned from such dialogue “in the field”. Besides requiring active listening, dialogue flourishes when the interlocutors are clear on the purpose of their discourse and honest about the diversity of interpretations within the vast tradition they represent.