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Il brusco cambiamento di scenario con cui si è presentato il terzo decennio di questo secolo, determinato dalla crisi finanziaria del 2008 e dall’impatto devastante sul piano socio-economico della diffusione della pandemia da Covid-19, e l’ulteriore aggravamento legato alle implicazioni del conflitto russo-ucraino, da un lato hanno sancito la conclusione di una fase, iniziata negli anni Sessanta del secolo scorso e dominata dal più spinto liberismo economico; dall’altro, hanno favorito la riscoperta del pensiero di quegli economisti che nel secolo scorso si erano posti in alternativa alla scuola economica classica, i cosiddetti «eretici», tra cui, in primo luogo, John Maynard Keynes.
Una figura i cui insegnamenti erano stati troppo frettolosamente posti nel dimenticatoio o, peggio ancora, marchiati come non significativi, se non incongrui, e il cui severo impegno politico era stato presto sepolto nell’oblio.
Questo libro di Giorgio La Malfa si inserisce nel flusso di rivalutazione del pensiero economico e politico di Keynes. In esso sono raccolti alcuni saggi dell’autore, già scritti e non pubblicati, accanto ad altri, scritti appositamente per questa occasione. Così al lettore vengono offerte pagine che mostrano la poliedricità dell’economista britannico, attraverso una disamina dei punti essenziali delle sue opere, da quelle giovanili, meno conosciute, fino al coronamento del suo pensiero raggiunto con la General Theory. Si scoprono, inoltre, interessanti aspetti inediti dei processi mentali di costruzione del suo pensiero economico, valutandone l’evoluzione e la maturazione nel corso del tempo.
Parallelamente, l’autore si sofferma sull’impegno politico di Keynes, speso nel corso della sua vita, fino agli ultimi giorni, per sostenere misure di politica economica, interna e internazionale, dalle finalità più disparate: dal fronteggiare la crisi economica interna dopo la Prima guerra mondiale al tentativo di evitare un aggravamento delle fratture politiche su scala internazionale successive all’epilogo di quel conflitto; dalle discussioni nei rapporti bilaterali con gli Stati Uniti durante la Seconda guerra mondiale e subito dopo la sua conclusione all’istituzione di un nuovo assetto economico internazionale, testimoniato dagli accordi di Bretton Woods e dalla creazione del Fondo Monetario Internazionale.
La lettura di questo libro, arricchito da un’accurata cronologia della vita del grande economista, è resa ancora più interessante dai riferimenti alla formazione universitaria e post-universitaria dell’autore, attraverso i quali si dà conto anche di alcune differenze interpretative che del pensiero economico di Keynes si sono avute sulle due sponde dell’Atlantico, così come emerge dalla sua esperienza personale di frequentazione dell’Università di Cambridge, nel Regno Unito, e di quella statunitense del Massachusetts.
Da questo viaggio appassionante alla riscoperta di Keynes si possono trarre riflessioni e conclusioni capaci di generare reazioni anche di segno contrastante, a seconda della propria sensibilità e delle proprie convinzioni. Reazioni che però non scalfiscono due aspetti qualificanti del pensiero economico di Keynes: da un lato, la ricerca persistente di una sistematizzazione della scienza economica nella rappresentazione della realtà; dall’altro, l’impegno per favorire uno sviluppo del pensiero economico sul piano teorico, assieme alla costante verifica della sua utilità sul piano pratico.