
La casa editrice Jimenez, di recente fondazione (2018) e nel cui catalogo è possibile trovare autori statunitensi, inglesi e australiani, con un occhio di riguardo per la saggistica musicale e cinematografica, ha pubblicato l’anno scorso una collezione di racconti di James Lee Burke, scrittore statunitense, classe 1936[1], più noto per i suoi romanzi thriller e polizieschi, dai quali sono stati tratti anche due film: Omicidio a New Orleans del 1996 e L’occhio del ciclone – In the electric mist del 2009. In entrambe le pellicole protagonista è il detective Dave Robicheaux, il personaggio principale di un intero ciclo di opere, a cui appartiene anche l’ultima uscita da poco e intitolata semplicemente Robicheaux[2]. Essa ripresenta, ripercorrendola, la vicenda del detective che sino ad ora ha ispirato 23 libri di una saga che continua a riscuotere grande successo internazionale.
Accanto a questo filone, dello scrittore nato a Houston il lettore appassionato può trovare anche il ciclo dei romanzi dedicati alla famiglia Holland. Burke è senz’altro un autore prolifico e fecondo, noto e affermato, con una capacità di scrittura che gli è stata riconosciuta con l’attribuzione dell’Edgard Awards per ben tre volte. In due occasioni, l’assegnazione è stata legata a romanzi[3]; sulla scia degli Oscar alla carriera, la terza volta il riconoscimento gli è stato dato per l’arco di tutta la sua produzione letteraria[4]. I premi sono dati dall’organizzazione Mystery Writers of America nell’ambito dei generi giallo, horror e thriller per le opere narrative, saggistiche, televisive, cinematografiche e teatrali che si sono distinte nell’anno precedente.
Burke è definito «il Faulkner della Crime fiction», perché «alcuni dei [suoi] temi prediletti […] sono il confronto con il proprio passato, gli scontri di razza e classe, i drammi familiari, e le atmosfere gotiche alimentate dalle leggende e dai sinistri personaggi che vagano per le paludi nebbiose. Ma è soprattutto nella lotta tra il bene e il male, tra la luce e le tenebre, che si svolge nell’anima dell’uomo, che Burke ricorda Faulkner»[5].
A proposito di questo accostamento, lo scrittore ha affermato: «Leggi Faulkner. È tutto lì. L’urlo e il furore è tecnicamente migliore dell’Ulysses, e in esso Faulkner mette la mano in profondità nella furia e nel fango degli esseri umani. Il tema centrale che corre per tutta la letteratura occidentale è la ricerca di redenzione»[6]. Altri autori ai
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