|
Da tempo si registra la tendenza a valorizzare l’arte a servizio della nuova evangelizzazione. Senza dubbio la rinnovata comprensione del valore dell’immagine e dell’immaginazione, la nascita dell’estetica filosofica, il suo graduale incontro con la teologia e, man mano, con la vita della Chiesa hanno favorito la rivalutazione delle diverse espressioni artistiche anche in ambito ecclesiale. Sebbene molto si potrebbe dire sulle linee interpretative attuali del rapporto teologia-estetica, pochi accenni sono sufficienti per inquadrare il contesto culturale, teologico e pastorale nel quale il presente libro sembra collocarsi a pieno titolo. In particolare, aspirando a porre in dialogo la mariologia con la cinematografia, esso sembra solcare quella linea di ricerca volta a rinnovare questa branca della teologia nel segno della bellezza, secondo l’incoraggiamento di Paolo VI di molti anni fa, quando invitava i mariologi a percorrere la via pulchritudinis per rinnovare il culto mariano.
Sebbene la «via della bellezza» non possa essere ridotta alla sola «via dell’arte», è pur vero che l’arte ne costituisce un’espressione importante. Il presente studio, pertanto, può considerarsi parte di quel cammino estetico-mariano che fatica ancora a delinearsi in una forma teologicamente ed epistemologicamente definita. È dedicato alla «settima arte», il cinema, e in particolare alla figura di Maria nel contesto cinematografico, strumento di mediazione anche di una concezione della donna che è mutata nel tempo. Un Convegno di studi organizzato dalla Pontificia Facoltà di Scienze dell’educazione «Auxilium» di Roma è stato l’occasione degli interventi raccolti e, probabilmente, pur non trattandosi del primo contributo in materia di «settima arte» quale mezzo di educazione cristiana, lo specifico mariano viene forse per la prima volta così ampiamente trattato.
Curato da Linda Pocher, salesiana, il libro raccoglie prolusioni dedicate all’esplorazione del significato e del valore delle immagini (prima parte), all’analisi di alcuni film contemporanei dedicati alla figura di Maria (seconda parte), per lasciare infine la parola ad alcuni autori italiani (terza parte). Il confronto operato con la teologia, la psicologia e le scienze umane fa emergere la capacità della cinematografia di veicolare messaggi e modelli che entrano in dialogo, consapevolmente o meno, con la stessa psicologia dell’uomo, suscitando ricordi, emozioni nel rievocare vissuti e relazioni fondative. Una funzione educatrice si riconosce a quest’arte, se ben compresa e adeguatamente impiegata, soprattutto quando è finalizzata, con competenza, alla riscoperta della fede.
È un dato di fatto che la figura di Maria, talvolta liberamente interpretata dai registi, in ogni tempo ha saputo comunicare un’immagine della donna spesso in linea con la sensibilità del momento. Anche oggi i contributi cinematografici affiancano le trasformazioni culturali nel ripensare la figura della Madre di Dio, mentre la stessa teologia si impegna a riconsiderare il posto della donna nella Chiesa. E se è vero che la cultura e la teologia dei nostri giorni sono influenzate, in certa misura, anche da un nuovo «ideale» di donna, non si può trascurare quanto una teologia di qualità, e non ideologica, espressa attraverso le arti al servizio dell’evangelizzazione, possa contribuire, a sua volta, a modellare la mentalità attuale nell’ottica del Vangelo. Operazione non facile, ma possibile nella fede, anche attraverso la sapiente mediazione di un’arte, come quella cinematografica, della quale questo testo ci invita a scoprire il potenziale e la funzione.
Ecco allora il merito di questo libro: far prendere coscienza dell’importanza e dell’utilità della «settima arte» a operatori pastorali ed educatori, affinché sia posta a servizio della fede nei contesti più diversi. Una pubblicazione dallo stile semplice e dal linguaggio chiaro, nonostante la molteplicità dei suoi autori, da proporre ai fedeli impegnati nel campo dell’educazione, per favorire la consapevolezza che anche il nostro tempo può offrire strumenti validi per realizzare, in modo adeguato, l’annuncio cristiano. In conclusione, condividiamo l’auspicio espresso nella Postfazione da p. Stefano Cecchin, che questo volume «possa aiutarci ad imparare a leggere con più profondità il valore del cinema e del messaggio su Maria di Nazaret, che viene offerto attraverso di esso» (p. 164).