
Il Sudan sembrava aver trovato la via della pace dopo la caduta dell’ex presidente Omar Hassan Ahmad al-Bashir nel 2019. Ma il Paese stenta a riprendersi e a ritrovare la serenità. Mentre c’è una piccola tregua nel vicino Sud Sudan, in Sudan i militari e un gruppo delle loro milizie hanno portato il Paese all’instabilità, con migliaia di vittime collaterali.
A parte la situazione in Darfur, i militari non vogliono che il Sudan inizi il processo di democratizzazione che lascerebbe spazio ai politici. È come se i militari non si sentissero più a loro agio nelle caserme. Nella regione del Darfur la situazione resta esplosiva e non si è ancora trovata una soluzione. Il conflitto tra l’esercito e le milizie che lo sostenevano – i paramilitari delle Forze di supporto rapido (Fsr) – ha fatto precipitare il Paese nel caos, il cui esito è tutt’altro che rassicurante anche per gli Stati vicini, come il Ciad e la Repubblica Centrafricana, per citarne solo due.
Alla radice del conflitto
Il nuovo conflitto è scoppiato in Sudan il 15 aprile 2023. La guerra contrappone l’esercito regolare, guidato dal generale Abdel Fattah al-Burhan, agli ex miliziani del Darfur, i paramilitari delle Fsr[1], guidati dal generale
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