
Dal 2 al 6 agosto 2023 papa Francesco è stato in Portogallo, in occasione della Giornata mondiale della gioventù (GMG). Sono state giornate indimenticabili, piene di parole ispirate e di folle entusiaste. Quando il Papa è tornato in Vaticano, ha lasciato dietro di sé un’ondata di gioia, di fede e di speranza assolutamente straordinaria. Ma ha anche lasciato alcune domande che richiedono ulteriori approfondimenti.
Tutti hanno un posto nella Chiesa
Una delle questioni da approfondire riguarda l’insistenza del Papa sul fatto che la Chiesa è per tutti, che tutti hanno un posto in essa. Il giorno del suo arrivo, durante i Vespri che ha presieduto nel Mosteiro dos Jerónimos, Francesco ha detto: «Sulla barca della Chiesa ci dev’essere spazio per tutti: tutti i battezzati sono chiamati a salirvi e a gettare le reti, impegnandosi in prima persona nell’annuncio del Vangelo. E non dimenticate questa parola: tutti, tutti, tutti. Mi tocca molto il cuore, quando devo dire come aprire prospettive apostoliche, quel passo del Vangelo in cui la gente non va alla festa di nozze del figlio ed è tutto preparato. E che cosa dice il padrone, il padrone della festa cosa dice? “Andate ai crocicchi e portate qui tutti, tutti, tutti: sani, malati, piccoli e grandi, buoni e peccatori. Tutti”. La Chiesa non sia una dogana, per selezionare chi entra e chi no. Tutti, ciascuno con la sua vita sulle spalle, con i suoi peccati, così com’è, davanti a Dio, così com’è davanti alla vita… Tutti, tutti. Non mettiamo dogane nella Chiesa. Tutti»[1].
Il giorno successivo, nella cerimonia di benvenuto svoltasi nel Parque Eduardo VII, il Papa ha insistito sulla stessa idea: «Amici, vorrei essere chiaro con voi, che siete allergici alle falsità e alle parole vuote: nella Chiesa c’è spazio per tutti, per tutti! Nessuno è inutile, nessuno è superfluo, c’è spazio per tutti. Così come siamo, tutti. […] “Padre, ma io sono un disgraziato..., sono una disgraziata, c’è posto per me?”. C’è posto per tutti! Tutti insieme, ognuno nella sua lingua, ripeta con me: “Tutti, tutti, tutti!”. [Ripetono] Non si sente, ancora! “Tutti, tutti, tutti!”»[2].
Questo insegnamento di papa Francesco non è nuovo. Nel 2013, primo anno del suo pontificato, il Papa scriveva nell’esortazione apostolica Evangelii gaudium (EG): «Di frequente ci comportiamo come controllori della grazia e non come facilitatori. Ma la Chiesa non è una dogana, è la casa paterna dove c’è posto per ciascuno con la
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