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Il santo traditore di Enrico Paventi

Il santo traditore

Quaderno 4070 - pag. 200 - 201

20 Gennaio 2020


Lo storico Flavio Giuseppe (37-100 d.C. circa) rivestì eminenti cariche religiose e fu anche uno dei comandanti dell’esercito ebraico nel corso del conflitto (66-70 d.C.) che vide prima Vespasiano e poi Tito soffocare la rivolta scoppiata in Palestina. Le sue opere – in particolare la Guerra giudaica (75-79 d.C.) e le Antichità giudaiche (94 d.C.) – non si limitano a fornire al lettore una preziosa ricostruzione del contesto politico, economico, militare e sociale che caratterizzò quella terra durante l’epoca greco-romana, ma gli consentono anche di acquisire una migliore comprensione di vari personaggi – da Erode Antipa a Publio Sulpicio Quirinio, fino a Ponzio Pilato – che sono menzionati nel Nuovo Testamento.

Va inoltre messo in rilievo che queste opere ci sono giunte nella loro sostanziale integrità, costituendo dunque una fonte di capitale importanza e di grande interesse. Occorre però aggiungere che gli scritti di Flavio Giuseppe sono stati preservati dai Padri della Chiesa, che vi avevano riscontrato l’avverarsi della profezia di Gesù secondo la quale la nazione giudaica – colpevole dell’uccisione del Messia – sarebbe stata punita da Dio mediante la campagna bellica romana e il proprio, successivo asservimento.

Altrettanto interessante appare poi la vicenda personale di Flavio Giuseppe, il quale combatté dapprima contro Roma in qualità di generale dell’esercito giudeo, e in seguito – una volta fatto prigioniero – tentò di convincere i ribelli, assediati a Gerusalemme, ad arrendersi alle truppe imperiali.

Il saggio dello storico antichista Giambattista Cairo, che prende in esame, alla luce dei contributi più recenti, sia la vita di Flavio Giuseppe sia le sue opere, intende affrontare proprio questo tema, del quale peraltro molti studiosi si sono occupati a lungo: Flavio Giuseppe è stato un traditore della sua patria o un eroe?

L’utilizzo delle opere di Flavio Giuseppe in chiave anti-giudaica fatto dai primi cristiani ha indotto un gran numero di specialisti a ritenere che egli abbia ingannato i suoi connazionali, favorendo dunque la dominazione di Roma. Cairo ha cercato invece di leggere gli scritti di Flavio Giuseppe in maniera quanto più possibile distaccata, e così è giunto a fornirne un’interpretazione assai diversa, ma persuasiva, formulata in questo modo: se, da un lato, durante le prime fasi della guerra giudaico-romana, la condotta di Giuseppe, non sempre trasparente e talvolta autoritaria, rende fondata l’accusa di tradimento, dall’altro la feroce avversione che egli nutrì verso i rivoltosi – una volta catturato e passato nel campo romano – rivela un profondo affetto per il suo popolo. Scrive in proposito l’autore: «Fu a quel tempo che dovette iniziare a collaborare più attivamente con i romani, al punto da venire liberato. Egli seguì allora Tito all’assedio di Gerusalemme, col preciso intento di indurre i ribelli ad arrendersi, in modo da giungere a un accordo con Roma che salvasse la nazione. Da qui il suo odio implacabile per i rivoltosi, che con la loro ostinazione rendevano vani tutti i suoi sforzi» (p. 72). In altri termini, Giuseppe sembra incline ad addossare la responsabilità del conflitto a un numero di persone piuttosto ristretto, tentando così di scagionare – agli occhi dei romani – la massa del popolo e la sua classe dominante. Tutto ciò nella speranza che a questa classe venisse affidato nuovamente il governo della Giudea: una speranza che di fatto si sarebbe rivelata priva di ogni fondamento.

In seguito, una volta stabilitosi nella capitale dell’impero, Giuseppe (divenuto nel frattempo Flavio Giuseppe) rifletté a lungo sugli avvenimenti che aveva vissuto, vedendosi ben presto costretto a constatare come le probabilità di un ritorno al potere di qualche esponente della nazione giudaica diminuissero costantemente, fino a scomparire del tutto. In preda alla delusione, si sarebbe concentrato sulla stesura delle proprie opere, nelle quali avrebbe esaltato il suo popolo, che in questo modo, annientato politicamente ma orgoglioso della propria storia e cultura, non sarebbe stato ridotto al silenzio.

GIAMBATTISTA CAIRO
Il santo traditore. Vita e opere di Flavio Giuseppe
Bologna, EDB, 2019, 112, € 8,50.


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