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A conclusione del centenario ignaziano, p. Arturo Sosa, Preposito generale dei gesuiti, ha invitato a rinnovare la consacrazione al Cuore di Gesù, ricordando p. Pedro Arrupe, secondo il quale «la spiritualità ignaziana si fonda nella conoscenza e nell’amore per Gesù Cristo, rappresentato dal suo Cuore» (p. 14).
Il volume si inserisce in questo solco, proponendo sul tema un itinerario di preghiera, e nello stesso tempo tentando una modalità più adatta alla sensibilità del nostro tempo per far conoscere e diffondere il significato della devozione al Sacro Cuore, attraverso «la conoscenza e l’attualizzazione della bibbia, come Gesù l’ha spiegata e vissuta nei contesti della sua epoca» (p. 15). Si tratta di articoli che l’A. ha già pubblicato altrove, ma che qui vengono offerti nella prospettiva di un corso di Esercizi spirituali dato ai confratelli gesuiti della comunità di Atene nel 2022.
L’assunto di fondo è che «Gesù conosceva a memoria i salmi, e ne aveva un’intelligenza tutta speciale. Questa è una delle ragioni per cui nelle parole dei salmi possiamo conoscere il cuore di Gesù, ciò che gli stava a cuore» (p. 13). E per fare questo è importante anche la conoscenza del contesto – biblico, liturgico, escatologico – in cui ciò è avvenuto, ovvero il giudaismo del I secolo d.C. con le sue attese del Re Messia. Il lettore è accompagnato in un itinerario biblico di 10 capitoli, che si snoda secondo i «due principi basilari di tale contesto: la familiarità con la storia biblica e il coinvolgimento personale in questa storia, che presuppone anche una certa libertà di interpretazione» (p. 15).
Ciascun capitolo presenta la meditazione di uno o più salmi che hanno un riferimento, per lo più implicito, ad alcuni passi del Vangelo, mettendo in luce un aspetto della predicazione e del ministero pubblico di Gesù come compimento delle promesse bibliche. Il percorso non è mai scontato, anche quando gli accostamenti possono sembrare più immediati, come la lettura di Sal 8, la santificazione del Nome di Dio, e di Lc 10,21-22, la lode dei piccoli. Alcune letture sorprendono, come quella di Sal 51 e il «breve tempo» di Gv 16,15-24: «Gesù parla del tempo breve come passaggio dalla tristezza alla gioia, come un parto ad opera dello Spirito. Il salmista, d’altra parte, supplica il perdono, come una nuova nascita, come esperienza della grazia, della pietà e dell’amore viscerale del Signore, ad opera del suo Spirito» (p. 60). Nel «racconto di Gv 7,53-8,11, il giudizio della donna adultera esemplifica la fedeltà del Signore proclamata e cantata in Sal 96» (p. 97). Suggestivo è l’accostamento fra Sal 45 e il dialogo tra Gesù e la madre in Gv 2,3-4: «Il miracolo che simbolizza la gioia delle nozze è il risultato della comunione del figlio alla volontà della madre e anticipa la sua comunione con la madre, quando sarà giunta la sua ora. Allora, in quell’“ora”, la comunione si realizza, e allora si compie la profezia dell’incontro anticipata nelle parole del salmo, come un capovolgimento: lo scriba è Gesù; la madre è donna, sposa, figlia. […] La volontà degli amanti si caratterizza per la reciprocità, come all’origine della creazione» (p. 51).
I 10 capitoli sono seguiti da una lettura dell’incontro di Gesù con la Samaritana come attualizzazione del Cantico dei Cantici. È una proposta di interpretazione dell’A., che liberamente legge il testo ebraico del Cantico con una vocalizzazione diversa da quella masoretica. Posto a conclusione dell’itinerario di preghiera, il lettore/orante può contemplare nel Cantico il dinamismo interiore dell’incontro con Gesù, volto dell’amore «sorprendente e sovrabbondante del Padre» (p. 15); perché nel Cantico dei Cantici «il luogo della presenza dell’Amato è il tema principale della storia d’Amore dei due protagonisti» (p. 138). Questo luogo è stato il cuore di Gesù, ma è anche il cuore di ogni credente, il quale, accogliendo la Sua parola, attualizza nella propria esistenza il compimento delle promesse, diventando a sua volta testimone di vita nuova.
Il volume è corredato da un’appendice in cui l’A. propone, in una propria traduzione, alcune preghiere della liturgia ebraica che Gesù conosceva, anche se non nella formulazione attuale. Si tratta di testi intessuti dalle parole dei salmi e che hanno formato il cuore di Gesù, e aiutano perciò l’orante a ricreare un ambiente interiore in sintonia con quel cuore. Alla fine di ogni capitolo alcune domande «hanno lo scopo di suggerire un orientamento pratico alla preghiera» (p. 8).