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Un volume da collezione, con un ricchissimo corredo di foto, ci propone un’indagine sul linguaggio dell’arte, della cultura e delle tradizioni attraverso l’uso, l’interpretazione e la comprensione del colore. Un percorso per molti aspetti complementare alla tradizionale «storia dell’arte», che consente di «lasciar emergere sia le costanti sia le variabili che nei vari secoli e nelle diverse epoche stilistiche accompagnano l’esperienza cromatica sub specie artistica» (p. 7). Una relazione, quella fra arte e colore, a prima vista «immediata, quasi intuitiva» – come precisa nell’Introduzione Massimo Carboni, docente di Estetica presso l’Accademia di Belle Arti di Roma – e che invece è posta dagli Autori dei saggi di questo volume in termini più complessi e problematici.
I colori non sono elemento secondario per comprendere civiltà, religioni e culture di ogni epoca e di ogni parte del mondo. Fanno parte del «pensiero simbolico e delle sue pratiche» e si pongono sempre su un doppio livello: «quello dell’investimento pulsionale, della condensazione emotiva, dell’urto sulla sfera dei sensi, e quello della sua codifica all’interno dei paradigmi simbolici che una data cultura innesta sull’esperienza cromatica» (pp. 20 s).
Così riconosciamo il filo conduttore dei 10 contributi presenti nel volume, che spaziano dal colore nell’arte africana fino a quella cinese, o ancora dal colore nell’islam al sistema cromatico della pittura cristiana d’Oriente. Il colore ci consente di andare in profondità, di comprendere meglio le civiltà da noi più lontane. Così possiamo sapere, ad esempio, che gli africani non parlano del colore, ma attraverso di esso, rivelandoci una conoscenza più esperienziale che concettuale del mondo.
Anche per le religioni i colori hanno un ruolo primario. Nel contributo dedicato all’islam, Giovanni Curatola, docente di Archeologia e Storia dell’arte musulmana, ricorda in particolare la tipicità del verde, equiparato dal Profeta, per gradevolezza, alla visione di una bella donna. Tenuto conto dell’ambiente desertico in cui ha origine l’islam, «la predilezione per questa tonalità è assolutamente naturale». Anche nel Corano il paradiso è «metaforicamente descritto come un luogo verdissimo e con abbondanza d’acqua». Verde è dunque anche il colore dell’eternità e dello «stendardo di battaglia del Profeta» (p. 78).
Decisamente centrale per l’arte bizantina è invece l’oro, il fondo d’oro uniforme dei mosaici, funzionale a «rendere evidente che i personaggi sacri appartengono a un mondo diverso dal nostro, quello della trascendenza»
(p. 97). L’oro è l’emanazione della luce divina, «presente nelle figure stesse, sulle loro vesti, completandone la smaterializzazione». «Il fondo d’oro, inoltre, – precisa Tania Velmans, storica dell’arte e bizantinista – abolisce qualsiasi riferimento spazio-temporale» (p. 98), introducendo tutti i personaggi rappresentati nella dimensione infinita ed eterna del sacro.
Questa ricerca della luce in rapporto al colore, del trascendente in rapporto al terreno è il tema del contributo di Roberto Cassanelli sulle cattedrali nel Medioevo, nelle quali il biancore luminoso e splendente degli interni si incontra con le policrome vetrate, che di fatto tendono «a sostituirsi al muro, rendendo lo spazio sacro un involucro trasparente e colorato penetrato dalla luce, e offrendo una nuova suggestiva superficie per la narrazione evangelica e la riflessione teologica» (p. 138).
Il rapporto fra colore, forme e luce si protrae, nello sviluppo dell’arte occidentale, fino ai percorsi innovativi e sperimentali del secolo scorso, che rilanciano una riflessione anche di carattere filosofico sui colori, come viene ricordato nella «Breve Nota» conclusiva di Alice Barale.
Significativa diventa così la scelta per la sovraccoperta di questo volume: un’opera di Lucio Fontana, Concetto spaziale, la fine di Dio, del 1964, una tela monocroma ovale, caratterizzata da una costellazione di buchi e intagli che «aprono» al nero, a suggerire «un viaggio verso uno spazio infinito» (p. 224).
Il colore nell’arte
a cura di MASSIMO CARBONI
Milano, Jaca Book, 2021, 260, € 50,00.