RECENSIONE

Katharina Pistor

IL CODICE DEL CAPITALE

Il codice del capitale

Annalisa Latartara

Quaderno 4130

pag. 202 - 203

Anno 2022

Volume III

16 Luglio 2022
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Concentrazione della ricchezza privata e disuguaglianze non sono il risultato solo di dinamiche economiche, ma soprattutto di meccanismi giuridici, spesso nascosti e silenziosi, che definiscono ab origine le regole del gioco, stabilendo cosa costituisce una risorsa.

La legge, nel corso dei secoli, ha creato il capitale. Secondo Katharina Pistor, docente di diritto comparato presso la Columbia Law School di New York, il capitale «è una creazione» (p. 32). È il prodotto di un processo di codifica, di applicazione di moduli giuridici del diritto privato che si appoggiano al potere statale e trovano legittimazione in esso, nelle norme, nei trattati e nelle convenzioni tra Stati diversi.

La legge, o il «codice sorgente» (p. 124), trasforma un asset comune in capitale, «assegnandogli gli attributi di priorità, durevolezza, universalità, convertibilità» (p. 187). Non si tratta di un processo recente, ma antico, come dimostra l’autrice ripercorrendo la storia della proprietà fondiaria dal Cinquecento in Inghilterra. Cambiano le strategie di codifica, ma le logiche restano uguali.

Dalla terra alle società, al debito privato, alle idee, alle conoscenze, alle scoperte scientifiche, al copyright, ai brevetti, risorse tangibili e intangibili sono state trasformate in capitale dalla legge. Nell’epoca dei big data anche i segreti industriali abbinati ai brevetti trasformano un database in un bene. Ciò non accade soltanto nell’industria farmaceutica o in quella informatica. A tale proposito, l’autrice cita l’esempio di Google e della sua enorme banca dati dei comuni utenti di internet, blindata da un algoritmo brevettato e dal segreto industriale.

Alcune risorse, e quindi chi le detiene, hanno dei privilegi legali rispetto ad altre, perché il codice legale del capitale segue la logica del potere e del privilegio. I potenti – questa è la tesi dell’autrice – piegano leggi e governi ai propri interessi. I sistemi giuridici dimostratisi relativamente più adatti alla codifica del capitale sono quelli basati sulla common law, eredi di una tradizione giuridica che consente un maggiore raggio di azione agli avvocati, i quali, nell’epoca della globalizzazione, possono scegliere fra diversi tipi di diritto.

Il capitale non conosce frontiere ed è diventato globale anche in assenza di un sistema giuridico globale, grazie alla capacità degli avvocati. Nella codifica del capitale, infatti, essi svolgono un ruolo chiave: «i signori del codice» (p. 163), li definisce l’autrice. Essi sono legali che si sono formati nelle scuole di diritto delle élite mondiali, esperti nel districarsi fra i vari sistemi giuridici e fiscali dei diversi Paesi, nel coglierne convenienze e vantaggi, e abili nella scelta di ciò che è più idoneo ad assicurare la necessaria tutela legale a un asset finanziario. Nei loro confronti la Pistor assume una posizione molto critica.

Nel testo, i temi della codifica del capitale e del ruolo del diritto nella creazione della ricchezza sono strettamente legati a quello delle disuguaglianze economiche all’interno della società. L’autrice mette in rilievo che nella codifica del capitale risiede anche la chiave per comprendere l’origine della creazione della ricchezza privata, e quindi delle disuguaglianze, che costituiscono la conseguenza inevitabile di regole del gioco stabilite da chi detiene le risorse.

Molti sistemi di governo hanno perso la capacità di controllare la creazione della ricchezza e di coniugare creazione con distribuzione. Gli ordinamenti giuridici che privilegiano sistematicamente i detentori di alcune risorse sono destinati ad accrescere le disuguaglianze. La legge è una «tecnologia potente per ordinare la società» (p. 28). Quindi, conclude la Pistor, affinché le democrazie possano prevalere, devono riappropriarsi della legge e dei moduli del codice del capitale. E del proprio destino.

KATHARINA PISTOR
Il codice del capitale.
Come il diritto crea ricchezza e disuguaglianza

Roma, Luiss, 2021, 288, € 24,00.

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