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L’analisi fenomenologica costituisce un tentativo di comprensione del mondo nella sua «essenza», un ritorno «alle cose stesse», legittimato dalla «datità offerente» dell’intuizione. Tale analisi si sviluppa mediante il cosiddetto «metodo statico-genetico». La coscienza incontra il «mondo della vita» quale pre-datità in cui è immersa nella sua propria modalità intenzionale.
In particolare, l’intersoggettività rappresenta la culla in cui l’Io si costituisce e al contempo dà senso al «mondo» attivamente. La conoscenza della realtà si forma così mediante «sintesi attiva». Questa attività emerge però da un orizzonte precosciente, dove la ricerca fenomenologica raggiunge, al contempo, il suo punto limite.
Questo libro traduce esattamente la prima parte del volume XLII della Husserliana, in particolare quei manoscritti che vanno dal 1915 al 1934 della sezione «Fenomenologia dell’inconscio e dei casi limite su nascita, sonno e morte». Qui la fenomenologia si occupa degli accadimenti «di confine», prediligendo, in particolare, il metodo genetico.
La riflessione si apre sui temi della nascita e della morte, comprese come quegli eventi nel mondo che l’Io costituisce. In altri termini, tali accadimenti necessitano, per la loro comprensione, di un tentativo di «costituzione di senso», che avviene a partire da un’esperienza intersoggettiva. La prefigurazione del morire, ad esempio, si colloca all’interno di un mondo pre-dato, in cui la morte – la mia morte – è esperita solo attraverso la morte degli altri (cfr p. 75).
Così, se la morte rappresenta una fine, la nascita è l’inizio in cui l’Io si ritrova come dormiente. L’Io prenatale è, per così dire, irraggiungibile e forse «non è Io»: l’inizio e la fine, allora, non appartengono alla nostra veglia, alla coscienza desta, ma, in qualche modo, all’«esperienza empatica», che a sua volta fonda la stessa possibilità della intersoggettività.
Nascita e morte – «costituzioni» di senso non-originarie – non sono dunque accessibili direttamente a una coscienza attiva, «presente». L’impossibilità di concepire fenomenologicamente la morte conduce Husserl a cercare analogie con l’inconscio e con il sonno. In questo senso si devono considerare, secondo l’autore, solo quelle possibilità che si profilano «in riferimento alla morte e all’immortalità» (p. 109). La ricerca di significati è, così, svolta sul puro possibile, non sul reale.
La domanda sulla possibilità della morte e sull’immortalità conduce l’indagine husserliana a un’ulteriore riflessione sul passaggio della coscienza dal sonno alla veglia, sul modo in cui i vissuti si sedimentano e si destano nel gioco attrattivo delle «affezioni».
Qui l’analisi fenomenologica, volta a far emergere l’evidenza, si inoltra sul terreno pieno di ombre dell’Io «dormiente», riconducendo il discorso all’analisi della coscienza interna del tempo. Quest’ultima rivela il «presente impressionale», ma anche i vissuti che «riteniamo» o «anticipiamo», entrando nel flusso della coscienza, cogliendo «dati-essenze» e possibilità.
Nel fondo di queste ricerche permane infine l’enigma dell’inconscio (cfr p. 199), che nell’Appendice X torna sui temi di nascita e morte come eventi nel mondo costituito. Scrive Husserl: «La morte non è alcun accadimento che sia nell’“Io sono” dell’Ego trascendentale, bensì un evento nel mondo dell’essere umano, [nel] mondo costituito» (p. 231).
Cioè, l’autore, da un lato, sottolinea che l’evento della morte non è fenomenologicamente esperito dall’Io attivo. Ciò significa che non è possibile su tale accadimento un’analisi fenomenologica pura. Dall’altro lato, il fatto che si tratti di un evento del mondo umano significa anche che appartiene alla vita intersoggettiva, comunità intermonadica: dunque, proprio la morte rappresenta quell’avvenimento che mi lega agli altri; in essa non sono un «Ego trascendentale», ma un «essere umano».
Giunto a questo confine, Husserl comprende che ogni possibile conclusione sui «casi limite» non può essere altro che un domandare: «Ma la trascendentalità della domanda a ritroso a partire dal mondo essente sembra non condurre alla meta… L’umanità nei suoi bisogni religiosi, presentimenti ecc. [è] connessa, legata agli enigmi nascita, morte, destino?» (p. 237).
EDMUND HUSSERL
Fenomenologia dell’inconscio. I casi limite della coscienza
a cura di MARIANNA FAILLA
Milano – Udine, Mimesis, 2021, 300, € 22,00.