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Un volume di Roberto Zuccolini, giornalista e portavoce della Comunità di Sant’Egidio, è l’occasione per presentare assieme due volumi legati dalla figura del cardinale Carlo Maria Martini.
Esiste una vasta e importante bibliografia su Carlo Maria Martini in vita e dopo la sua scomparsa. L’ampio scritto di Zuccolini, La Parola e i poveri, è la storia di un’amicizia tra il cardinale e la Comunità di Sant’Egidio dagli anni Settanta fino alla morte di Martini nel 2012.
La seconda parte del libro raccoglie testi del cardinale, alcuni dei quali inediti. Nella Prefazione, Riccardi scrive che Martini, curioso di conoscere, negli incontri chiedeva molto e amava ascoltare anche un giovane venticinquenne: era uomo dell’ascolto, perché forgiato dall’ascolto della parola di Dio, ma anche dall’attenzione alla vita e al mondo.
Scriveva Martini sulle origini della Comunità di Sant’Egidio, legate agli anni dell’immediato post Concilio e della contestazione studentesca del Sessantotto: «Voi avete avuto la grazia di essere un ’68 diverso. Per molti è stato un momento di rottura, di scossa, ma anche di smarrimento […]. Anche per voi c’è stato un ’68 di rottura con un certo passato, ma in senso costruttivo… La parola chiave è edificare, costruire, non solo distruggere, problematizzare, che pure occorre… La vostra costruzione, pur essendo del ’68, era solida, tanto che oggi c’è ed è cresciuta nel senso della parabola di Matteo, il piccolo seme che diventa albero, al quale accorrono gli uccelli del cielo per farvi i loro nidi» (pp. 193 s).
Zuccolini ripercorre la vicenda umana e storica di Martini con un occhio attento all’eco che il cardinale suscita nel mondo, non solo religioso ma anche laico, lasciando una profonda impronta. Basti pensare che al suo funerale, oltre a numerosi cardinali e vescovi, nel Duomo di Milano concelebrarono 1.200 sacerdoti.
«Altri amici, come lui – scrive Zuccolini –, hanno aiutato la Comunità a porsi in ascolto della storia di vita e di fede, facendo maturare una “cultura ecumenica” (non nel senso solamente interconfessionale) con cui essere nella realtà e di fronte al futuro» (p. 10).
Nel film di Ermanno Olmi dedicato a Martini, a cinque anni dalla sua morte, Vedete, uno di noi, il cardinale così descrive il suo impegno con la Comunità di Sant’Egidio nella periferia romana: «La domenica andavamo per le borgate a portare il Vangelo, soprattutto alla gente più povera. Celebravamo dove capitava: negli scantinati, qualche volta nei negozi fuori uso. E così conobbi un po’ la Roma delle periferie e anche la gente molto buona che ci viveva» (p. 240).
La Parola e i poveri è un volume utile per conoscere Martini nelle pieghe di un’esperienza, quella con la Comunità di Sant’Egidio, che ha arricchito lui stesso e tanti: dai membri della Comunità a quanti l’hanno accompagnata.
Il secondo dei due volumi, Vangelo in periferia, è la nuova edizione riveduta e corretta del libro che risale al 1987, e riporta la premessa dell’allora arcivescovo di Milano, utile per una visione prospettica dei mutamenti della società e della Chiesa tra il XX e il XXI secolo.
La densa introduzione e la curatela di Mario Marazziti, giornalista e scrittore, descrivono un aspetto della vocazione della Comunità di Sant’Egidio: la presenza, sin dall’inizio, nelle periferie del mondo, a partire da quelle di Roma.
Martini sintetizzava così questo impegno: «A chi intuisce che il dono di Dio non va tenuto per sé ma va offerto ai fratelli, a chi sente l’esigenza di rivedere il contenuto della propria fede e di ridare un senso più vero alle sue espressioni, e si chiede come leggere le pagine del Vangelo per tradurlo nella vita, questi fogli daranno certamente un semplice e valido aiuto per cogliere nella propria vita l’azione dello Spirito di Gesù, che continuamente vuole ricrearci, strappandoci ai nostri atteggiamenti difensivi».
L’autore rivisita le predicazioni degli anni Settanta del Novecento, cogliendone la ricchezza, e ne trae occasione per spunti di riflessione, anche dal punto di vista sociologico. La sua introduzione è infatti una lettura dei cambiamenti della società italiana, a partire da quelli del mondo urbano romano dalla fine del dopoguerra al nuovo mondo dopo il boom economico degli anni Sessanta.
Basterà ricordare un dato: nel 1967 a Roma si progettano – e si iniziano a costruire immediatamente – 2.416 nuovi fabbricati. L’orizzonte romano, in un magico skyline, è segnato da 2.416 gru: un evento impensabile in questo nostro tempo, ingessato da una burocrazia che tutto avvolge.
Volendo cogliere le radici dell’imminente crisi – negli anni Sessanta – della mancata modernizzazione della capitale, l’autore afferma che Roma «senza una forte borghesia imprenditoriale e senza un’altrettanto forte cultura operaia era una città premoderna diventata in fretta quasi post moderna: capace di invecchiare senza passare per una industrializzazione e una modernità matura» (p. 22).
In quelle periferie accantonate il Concilio arrivava con una proposta di cristianesimo popolare e comunitario, mediante il Vangelo, che entrava e continua a entrare in sintonia – con quel tratto e quello stile di antropologia dialogica – con le «periferie esistenziali», le periferie umane.
Le scelte, le motivazioni e il metodo che hanno fatto nascere queste pagine, commenta Marazziti, acquistano oggi una nuova attualità di un Vangelo in periferia che si sostiene «nella sua inattualità senza pretese. Nella fedeltà a un luogo, a un tempo, nella sua limitatezza. Che diventa però una chiave. E può essere un metodo» (p. 69).
ROBERTO ZUCCOLINI
La parola e i poveri. Storia di un’amicizia cristiana.
Carlo Maria Martini e la Comunità di Sant’Egidio
Cinisello Balsamo (Mi), San Paolo, 2022, 564, € 25,00.
e
COMUNITÀ DI SANT’EGIDIO
Vangelo in periferia
a cura di MARIO MARAZZITI
Brescia, Morcelliana, 2021, 320, € 25,00.