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Lo scenario imbastito parte dal presupposto secondo il quale non è la morte di Dio che deve preoccupare la narrazione religiosa quanto piuttosto la morte del problema che Dio rappresenta per la storia di ogni persona. Il fulcro viene così a essere la ricerca su Dio e di Dio. Un processo, quest’ultimo, che il mondo post-secolare sembra aver riavviato, anche se in maniera differente rispetto al passato: secondo logiche sue proprie, che hanno inaugurato una stagione nuova dell’ateismo e al tempo stesso del monoteismo.
Delineare questa nuova figura di religione che appare dalle istanze del mondo contemporaneo e verificarne la relazione – reale e possibile – con il dato evangelico e l’istanza kenotica è l’obiettivo di questo volume, che si snoda all’interno della religiosità contemporanea attraverso cinque distinti percorsi di indagine, caratterizzati da un approccio pluridisciplinare e da un’attenzione alle istanze sociologiche e filosofiche del processo di secolarizzazione.
All’interno di questi percorsi – che partono da una domanda o da una sfida del mondo contemporaneo e terminano con un itinerario di riflessione e di soluzione possibile – si possono individuare alcune direttrici.
Viene, ad esempio, riletta e offerta come provocazione la prospettiva di Marcel Gauchet, secondo il quale «una lettura culturale della secolarizzazione come depotenziamento del sacro risulta parziale» (p. 52). Questa prospettiva interpreta il cristianesimo come religione che esce dalla religione, come fede portatrice di un’anomalia monoteistica, riscontrabile nel principio dell’incarnazione, nell’idea di un uomo-Dio storicamente inserito, che rimanda a un Dio distante, ma avvicinabile. Centrale in questo contesto è il recupero di un’immagine di Dio attenta alla dimensione pratica ed espressa attraverso una forma maieutica che spinge, sull’esempio gesuano, alla rottura della separazione tra sacro e profano.
Si evince quindi la centralità della categoria «storia» nel discorso, una rilevanza che pone al centro una figura antropologica che si relaziona con un Altro, la cui eccedenza e alterità rispetto alla dimensione storica sono condizioni per una più matura antropogenesi.
Infine, emergono come direttrici il ripensamento dell’unicità del nome di Dio, identificato come luogo in cui sono rinvenibili un senso e una speranza per l’uomo, e l’itinerario del dire Dio, che viene legato al tema della ricerca del senso e dell’incomprensibilità. Quest’ultimo è sviluppato come un percorso che porta, sì, a una comprensione, ma mai definitiva. Qui la vicenda teoretica ed etica di Simone Weil viene proposta come modello entro il quale rinvenire come sia Dio ad andare verso l’uomo e non viceversa.
La riflessione su Dio e sul suo significato in questo volume viene quindi a mostrare in prima istanza come quella su Dio sia – parafrasando il titolo di un volume di Anton W. Houtepen – una questione aperta e necessaria di significazione. Già l’attribuzione del nome «Dio» a questa alterità è un conferimento di significato che non è arbitrario, ma caratterizzato come elaborazione di un’esperienza che non sa ancora.
Di fronte a tale ricerca, quella cristiana è una proposta la cui caratteristica è l’amore nella forma espressa dalla figura storica di Gesù, che funge da chiave ermeneutico-interpretativa del vissuto personale. Immagine, questa, che contiene una riserva mistico-politica, che va nella direzione della collaborazione alla costruzione del mondo, seguendo la chiamata a essere co-creatori, e che nel contesto post-secolare non soltanto assume una sua legittimità funzionale, ma diventa anche una proposta di senso credibile.
CARMELO DOTOLO
Dio, sorpresa per la storia. Per una teologia post-secolare
Brescia, Queriniana, 2020, 288, € 22,00.