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In questo volume Roberto Morozzo Della Rocca, ordinario di Storia contemporanea nell’Università di Roma Tre, parla dei corridoi umanitari, uno strumento di ingresso legale in Europa offerto a persone vulnerabili, in fuga da guerre, persecuzioni e fame. Essi potranno diventare, per le generazioni future, una strada per superare il buio dell’oggi, trasformando il fenomeno migratorio da problema in opportunità.
«Certo – scrive l’autore –, a fronte del bisogno umanitario globale, le cifre dei corridoi esprimono una tiepida mitigazione di un’enorme tragedia». 6.080 donne e uomini salvati cosa possono significare di fronte a 102 milioni di rifugiati nel mondo nel 2022? «Tuttavia – risponde l’autore – i corridoi sono emblematici. Avviano processi. Sono segno di chance in un mondo pervaso da indifferenza e rassegnazione. E comunque salvano vite».
Il volume, nella parte conclusiva, dopo un’accurata e minuziosa analisi del fenomeno, mostra una via per il futuro: «Sebbene la tradizione politica europea sia fortemente statalista, nulla vieta che i corridoi siano l’avvio di una consuetudine di private sponsorship per profughi, rifugiati, persone vulnerabili provenienti da aree di crisi.
Si tratta di fatto di adozioni temporanee, esercitate da singole persone, associazioni, comunità, previa garanzia di serietà e responsabilità, anche sul piano giuridico ed economico» (p. 196). E l’autore conclude con parole che fanno intravedere la realizzazione di un sogno per intere generazioni che bussano alla porta dell’Occidente: «“Morire di speranza”: i corridoi umanitari sono nati perché la speranza fosse liberata dalla morte» (p. 198).
I titoli dei capitoli tracciano l’itinerario per la costruzione di una nuova cultura, che sappia considerare il fenomeno delle migrazioni come un’opportunità, invece di restare ferma nel considerare tutto ciò che viene da fuori un problema: «L’Europa fa muro»; «I morti in mare»; «Diritti inesigibili»; «Cuore mediterraneo»; «Corridoi prima dei corridoi» ecc.
Il volume è un atlante geografico che, al posto delle mappe, disegna l’itinerario di donne, uomini, minori alla ricerca di una vita nuova, in fuga da guerre, violenze, da Paesi diventati invivibili: Libia, Libano, Eritrea, Sudan, Afghanistan ecc. Nel descrivere con minuzia le vicende dei corridoi umanitari a partire dalla loro nascita, l’autore rievoca la storia dei primi due decenni del XXI secolo, individuando nel fenomeno migratorio un vero e proprio «segno dei tempi» di queste nuove generazioni. Le pagine di questo volume sono un utile strumento per conoscere la storia d’Europa del nostro tempo e possono aiutare a capire il mondo di domani.