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Quello che presentiamo è un breve compendio di dieci lezioni che nascono dal volume Introduzione alla dottrina sociale della Chiesa, scritto nel 2016 da p. Sorge, noto politologo e già direttore della Civiltà Cattolica dal 1973 al 1985. Ecco le tappe di questo scritto: dalla nascita della Dottrina sociale alla spiegazione dei princìpi del personalismo, della solidarietà e del bene comune; dal capitolo sulla democrazia nel pensiero della Dottrina sociale a quelli sul rapporto tra Stato e Chiesa e sulla famiglia.
Le chiavi di lettura del volume sono quelle storica e sociologica, perché ogni testo va letto nel suo contesto, ma soprattutto quelle antropologica e spirituale. Anche dalla lettura delle parti più teoriche emerge la lunga e ricca esperienza dell’autore: negli anni romani alla Civiltà Cattolica (1960-85), nella primavera di Palermo (1986-96), durante il periodo di Milano (dal 1996 al 2016) e in tanti altri appuntamenti, come ad esempio quello di Puebla, in Messico (1976), dove fu mandato dal Papa come esperto della Dottrina sociale.
Denominatore comune di queste pagine è sottolineare l’importanza della Dottrina sociale come chiave del discernimento per rispondere da credenti ai temi della convivenza civile. Nell’ultimo capitolo – «La Chiesa italiana dal concilio ad oggi» – l’autore, con l’eleganza che contraddistingue la sua scrittura, non si esime dal prendere posizione: «In questo contesto [storico] acquista maggiore visibilità la rivalutazione che papa Francesco oggi fa della “linea montiniana” di rinnovamento ecclesiale, che era stata fatta cadere nel 1978» (p. 195).
In questa parte l’autore spiega la linea montiniana voluta dalla Cei nel 1973 attraverso tre orientamenti: una rinnovata pastorale missionaria; la forza del dialogo in tutte le sue dimensioni (intraecclesiale, ecumenico, interreligioso, interculturale) attraverso la mediazione culturale e l’incontro; e una forma di presenza sociale e politica dei cattolici in Italia. Al termine del Convegno di Roma «Evangelizzazione e promozione umana», la Chiesa in Italia accettò la scelta religiosa in politica e il superamento del collateralismo con la Dc, ma non attribuì sufficiente responsabilità ai laici e al metodo sinodale.
Così, dopo un lungo tempo, definito «di normalizzazione», p. Sorge vede ora rifiorire e attuarsi quella stagione nel pontificato di Francesco. Egli afferma: «Quello che colpisce è che l’opzione evangelica per la povertà e per i poveri, di cui parlano il concilio e papa Francesco, non poggia solo sul sentimento. Il primo atto di solidarietà verso i poveri sta nel cambiare i meccanismi perversi che generano le loro sofferenze». Per questo, nel 1968 Paolo VI spiegò ai campesinos di Bogotà che l’impegno per la giustizia è il primo scalino dell’amore. E la XXXII Congregazione generale dei gesuiti (2 dicembre 1974 – 7 marzo 1975), a cui p. Sorge partecipò, precisò che il servizio della fede e la promozione della giustizia sono come i due polmoni di uno stesso corpo. Senza la costruzione della giustizia la fede rischia di essere la negazione dell’incarnazione, di negare cioè il suo fondamento, e la giustizia si trasforma in ideologia. L’autore dichiara: «Con il discorso al Convegno ecclesiale di Firenze, papa Francesco suggella il pieno ritorno del “metodo induttivo” e spinge ad andare oltre» (p. 218). È questo «oltre» che p. Sorge consegna alla responsabilità dei credenti per sognare e progettare la Chiesa che vive nel mondo, senza essere però del mondo.
BARTOLOMEO SORGE
Brevi lezioni di dottrina sociale
Queriniana, Brescia, 2017, 224, € 15,00.