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Cultura e società

SUPER 8

Virgilio Fantuzzi

5 Novembre 2011

Quaderno 3873

Super 8 (Usa, 2011). Regista: J. J. ABRAMS. Interpreti principali: K. Chandler, N. Emmerich, R. Eldard, E. Fanning, J. Courtney, G. Basso, R. Griffiths, R. Lee, Z. Mills.
***
Come in ogni fiaba (film di mostri o di vampiri), Super 8 di J. J. Abrams parla di una malattia e di una guarigione. Guarire da che cosa e come? Siamo in una cittadina industriale dell’Ohio alla fine degli anni Settanta. Entriamo nella casa del vice sceriffo Jackson Lamb (Kyle Chandler). Stanno per seppellire sua moglie che è morta in un incidente sul lavoro. È inverno. Nel cortile di casa, Joe (Joel Courtney), ragazzino rimasto orfano, si dondola malinconico su un’altalena.
Quattro mesi più tardi, in piena estate, Joe partecipa, in qualità di addetto al trucco, alla realizzazione di un film di zombi assieme a un gruppetto di coetanei. Charles (Ridley Griffiths), un ragazzo sovrappeso, ma intelligente e molto determinato, fa il regista e guida la piccola troupe. È riuscito a ingaggiare una ragazzina, Alice (Elle Fanning), che non soltanto è la più carina della classe, ma è figlia di un omaccione truculento, Louis Dainard (Ron Eldard), che è stato abbandonato dalla moglie ed è in pessimi rapporti con il vice sceriffo Jackson.
Joe, che dall’inizio alla fine del film non abbandona la sua aria malinconica, ha sempre addosso un medaglione con l’immagine della madre, che stringe con forza nella mano quando, mentre stanno girando una scena notturna nei pressi di una stazioncina abbandonata, i ragazzini sono testimoni di un incidente ferroviario di dimensioni spettacolari, provocato da un camioncino che tenta di ostacolare la corsa di un treno. Alla guida del camioncino i ragazzi riconoscono il loro professore di fisica.
Cosa trasporta quel treno contro il quale un insegnante di scuola si è lanciato a tutta velocità con il suo veicolo come farebbe un kamikaze? Perché l’esercito invade e circonda la zona e avvia indagini delle quali sono tenuti all’oscuro le autorità locali? I cani si allontanano dalla città. Lo sceriffo sparisce. La popolazione si spaventa. Su tutti incombe un pericolo misterioso del quale nessuno conosce la causa, salvo una cinepresa super 8, quella di Charles, che ha registrato l’incidente a insaputa del suo proprietario.
Bisognerà aspettare qualche giorno prima che la pellicola super 8 sia sviluppata; nel frattempo il mistero sarà chiarito a poco a poco per altre vie. Nel treno c’era un mostro, venuto dallo spazio, che l’esercito teneva prigioniero e che il professore di fisica ha liberato a prezzo della vita. Mentre la narrazione prosegue con inseguimenti, fughe e colpi di scena tipici di questo genere di film, assistiamo allo sbocciare di un rapporto di reciproca simpatia tra due ragazzini egualmente tristi: Joe e Alice.
La cinepresa super 8, abbandonata tra i binari accanto al treno deragliato, fornirà più tardi la sua testimonianza sull’incidente. La pellicola super 8, nel frattempo, svolge nel film una funzione non meno importante quando consente a Joe e Alice, che si incontrano nottetempo a insaputa dei genitori in lite perenne, di guardare insieme alcuni filmini con momenti di intimità familiare tra Joe, nei primi anni di vita, e la sua mamma che è morta.
In seguito arriverà anche la pellicola che è stata impressionata sui binari e rivelerà la presenza del mostro nel treno, ma l’originalità del film, il suo cuore segreto, consiste probabilmente nell’accostamento consentito dallo stesso mezzo minimalista (il super 8 per l’appunto) tra i filmini familiari e il tentativo compiuto, da parte di una troupe di ragazzini, di esorcizzare le proprie paure ricreandole in un film di zombi.
Nasce una domanda: è il cinema dei bambini che imita il cinema dei grandi o è il cinema dei grandi che imita quello dei bambini? Super 8 rispetta scrupolosamente le regole che sono state codificate a suo tempo da altri film appartenenti allo stesso genere: E.T. di Spielberg (1982) e Starman di Carpenter (1984). Una creatura straordinaria discende dal cielo sulla terra e, dopo aver compiuto la sua missione, ritorna là, da dove era venuta, portando con sé la pena di una terrestre.
Quando Joe, per salvare Alice che è in pericolo, affronta il mostro in un impressionante faccia a faccia, pro-nuncia le prime parole che gli vengono alle labbra: «Sono successe cose brutte, però noi siamo ancora vivi», ed è come se le stesse parole fossero rivolte dal mostro al ragazzino. J. J. Abrams dice che, per realizzare con la computergrafica gli occhi del mostro, si è servito di quelli dell’attrice che, nel filmino visto da Joe e Alice, interpreta la mamma di Joe.
Il momento più emozionante del film non consiste nella paura di vedere un ragazzino divorato dal mostro, ma nella sorpresa di vederlo crescere sotto gli occhi recuperati di sua madre, che credeva chiusi per sempre. Nel finale, mentre l’extraterrestre abbandona la superficie del suolo strappando dalle mani del ragazzino il suo medaglione talismano, Joe rimane con gli occhi rivolti verso il cielo come se stesse vedendo, al di là delle stelle, il volto della madre che gli sorride.

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SUPER 8

Virgilio Fantuzzi

Già scrittore de "La Civiltà Cattolica" (1937 - 2019).


5 Novembre 2011

Quaderno 3873

  • pag. 317
  • Anno 2011
  • Volume IV

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Cinema

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