Il desiderio manifestato da Benedetto XVI di aprire una sorta di «cortile dei gentili» offre l’occasione per analizzare il significato di questa espressione biblica. Nel tempio di Salomone, oltre al cortile interno, c’era un cortile esterno, a cui potevano accedere anche i non giudei (i gentili) desiderosi di avvicinare il Dio unico. Nello sviluppo del canone biblico, e anche nella tradizione post-canonica, c’è un continuo processo di rilettura, che inserisce il nuovo nell’antico. In questa linea della «dinamica dell’innovazione», l’intuizione di Benedetto XVI, che vede il cortile come soglia che non separa ma unisce, apre la via a un nuovo e fecondo dialogo con i non credenti. L’Autore è professore di esegesi alla Pontificia Università Gregoriana (Roma).
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IL «CORTILE»: OSPITALITÀ DI UN SIMBOLO BIBLICO
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