Benedetto XVI nell’udienza generale dello scorso 5 ottobre ha rivolto un nuovo appello alla comunità internazionale per fronteggiare l’emergenza della fame nel Corno d’Africa. La catastrofe umanitaria è duplice, perché c’è pure un immane flusso di profughi in viaggio (alla mercé dei banditi, dei «mercanti di uomini» e della morte per stenti) o in centinaia di campi all’estero e in patria, dei quali 226 intorno a Mogadiscio. La tragedia è più grave in Somalia, perché è uno Stato «fallito» e frammentato, con una guerra civile in corso e l’urgenza di intraprendere un sentiero di sviluppo economico sostenibile. Dopo l’intervento armato del Kenya, il Paese è al bivio tra escalation della violenza, anche contro la pirateria, e un percorso di riconciliazione.
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LA STRAGE SILENZIOSA NEL CORNO D’AFRICA
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