Specialmente in ambito protestante si va sviluppando la cosiddetta «ecclesiologia emergente», che immagina una Chiesa decentralizzata, costruita dal basso, flessibile, «liquida». Sembra che la sua natura e il suo mistero si diluiscano nell’essere uno «spazio connettivo» il cui scopo consiste nel raggruppare le persone nel nome di Cristo. L’articolo intende affrontare criticamente queste sfide alla luce della comprensione cattolica, che vede la comunione ecclesiale non come frutto del funzionamento degli strumenti di comunicazione, ma come un «dono» dello Spirito. Tuttavia oggi la Chiesa deve sentirsi chiamata a creare spazi di connessione in cui le persone possano avvicinarsi alla fede e affrontare le loro domande più profonde in un clima che permetta di costruire relazioni di comunione.
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LA CHIESA DELLA «GENERAZIONE Y»
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