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Al di là dei risultati delle ricerche sociologiche, l’articolo si interroga sulle condizioni di validità epistemologiche della distinzione tra «sesso» e «genere». Tali condizioni vengono individuate nei presupposti di un’antropologia dualista di marca cartesiana e platonica, al cui superamento sta attualmente dando un contributo importante la neurofenomenologia. In questo diverso quadro teorico diventa ora nuovamente possibile porsi, in modo non ideologico né riduttivo, la domanda filosofica circa l’incidenza della corporeità maschile e femminile sulla consapevolezza che l’essere umano ha di sé e della sua relazione con il mondo, così come interrogarsi, in cristologia, sulla mascolinità di Gesù in quanto fattore teologico.