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ABSTRACT – Originario della Corea, ma residente in Germania e professore a Berlino, saggista di indole modesta, coltissimo, sempre rispettoso, preoccupato di radicare la riflessione filosofica nel quotidiano più prosaico delle nostre vite, Byung-Chul Han è un filosofo che può aiutarci a capire meglio l’uomo del XXI secolo. Ciò che colpisce nella sua scrittura è la capacità di conciliare un certo rigore germanico, fondato su numerose letture, con una sorta di sobrietà asiatica, una sorprendente economia di parole.
Un buon punto di partenza per entrare nel pensiero di Byung-Chul Han è dato dal suo libro del 2009, Il profumo del tempo. L’arte di indugiare sulle cose. Byung-Chul Han opera una rilettura critica del sociologo francese Alain Ehrenberg il quale aveva saputo cogliere l’evoluzione a lungo termine della cultura contemporanea; un nuovo imperativo categorico grava ormai sui soggetti moderni e impone loro di «riuscire nella vita»: «Sii te stesso! Realizza i tuoi sogni! Metti a frutto i tuoi talenti!». Byung-Chul Han riprende e completa il pensiero di Ehrenberg, osservando che l’attuale sistema economico neoliberale sfrutta a proprio vantaggio questo clima, sia emozionale sia intellettuale, per ricavare il massimo dall’individuo che cerca di realizzarsi.
Diversamente da altri autori animati da una visione essenzialmente più economica o psicologica, il pensatore sudcoreano analizza l’importanza della scomparsa, nella società odierna, dei tempi di iniziazione e, più in generale, delle soglie: «La vita è diventata più febbrile, più confusa, più disorientata. A causa della sua dispersione, il tempo non esercita più alcuna forza ordinatrice. Per questo nella vita non emergono momenti decisivi o tali da imprimerle una svolta. Il tempo della vita non viene più articolato attraverso tagli, conclusioni, soglie e transizioni, ci si affretta piuttosto da un presente a un altro. Così si invecchia, senza diventare vecchi. E infine si perisce intempestivamente. Proprio per questo, morire è diventato oggi più difficile che mai». Ora, «le soglie provocano certo sofferenza e passione, ma rendono anche felici». Per il filosofo sudcoreano, la radice della malattia contemporanea è costituita dunque più dalla «frammentazione» del tempo che dalla sua «accelerazione».
In questo contesto, l’uomo di oggi rischia di sfinirsi in una folle corsa alle attività e nella continua rappresentazione di sé, così che la depressione e il burn-out diventano le malattie emblematiche della nostra epoca. Osserviamo di sfuggita che questa pericolosa tendenza psicologica non risparmia agenti pastorali, sacerdoti, laici o religiosi.
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FINDING SENSE IN TIME. Reflections on the thought of Byung-Chul Han
Originally from Korea, but today living in Germany, Berlin based professor, Byung-Chul Han is a philosopher who can help us better understand the human person of the 21st century. In his short writings, characterized by the reinterpretation of great authors and attention to the current development of society, he is particularly interested in describing changes in relation to time. Deprived of thresholds and rituals, and trapped in an ever-increasing fragmentation of time, people today risk becoming exhausted in a mad rush of activities and in continuous self-representation, so that depression and burn-out become emblematic diseases of our age.