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ABSTRACT – Negli ultimi decenni in Asia – sebbene molti leader religiosi, organizzazioni e pensatori si siano impegnati in modo costruttivo e fruttuoso nel dialogo – le religioni, a livello di base, spesso si limitano a coesistere, più che a dialogare o collaborare. Inoltre, continuano a essere troppo frequenti le tensioni e i conflitti, temporanei o prolungati.
Per quale ragione? In primo luogo, i conflitti molto di rado sono «semplicemente» religiosi, ma in genere sono mescolati a fattori etnici, politici, economici e sociali. In secondo luogo, i credenti tendono istintivamente a sottolineare la specificità del loro credo e del loro stile di vita, piuttosto che acconsentire che altre esperienze di fede vengano espresse insieme con la loro.
Eppure, tutti sanno che lo sviluppo sociale, culturale e politico dell’Asia dipende in buona parte dal modo in cui le tradizioni religiose e le comunità di questo continente potrebbero non soltanto coesistere, ma anche cooperare.
Per poter offrire alcune prospettive sul futuro del dialogo interreligioso in Asia, bisogna considerare in primo luogo «le radici nel passato» e non soltanto l’esperienza degli ultimi decenni. Ed è utile distinguere innanzitutto le esperienze vissute nell’Asia meridionale da quelle vissute nell’Asia settentrionale.
Ad esempio, la scoperta del mondo linguistico dell’Asia meridionale – in particolare del Sud-est – da parte dei missionari cristiani, dal XVI secolo in poi, fu per loro motivo di disorientamento. Questa Babele linguistica fu vista come un ostacolo all’evangelizzazione e in qualche modo fu associata allo «stato selvaggio» dei nativi. Al contrario, l’unità linguistica – seppure relativa – di Cina e Giappone veniva considerata una prova della loro elevata civiltà, più disposta ad accogliere la fede cristiana.
È anche in base a queste premesse che la ricerca teologica oggi è passata progressivamente dalle dirompenti questioni lessicali alla dinamica narrativa. Si è riconosciuto che l’esperienza religiosa viene tradotta non soltanto in credenze e pratiche, ma anche in narrazioni di vario tipo.
Nel cristianesimo la struttura narrativa del credo apostolico, come pure il ricordo dell’Ultima Cena, sono diventati un topos della teologia contemporanea. Il radicamento del cristianesimo nel Sud-est asiatico non è dipeso forse dal modo in cui le comunità religiose sono state in grado di rappresentare, sviluppare e scambiarsi i loro racconti?
Le sfide da affrontare oggi sono: non rinunciare mai all’ideale di vivere e pregare fianco a fianco, come forma privilegiata di dialogo; apprezzare e interpretare meglio la grande varietà di classici religiosi letti e meditati in tutto il continente; collegare il principio della libertà religiosa con una riflessione sulla missione e sui doveri dello Stato.
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INTERRELIGIOUS DIALOGUE IN ASIA. Considering the past to understand the future
The future of interreligious dialogue in Asia will largely determine the future of the continent. Looking back, the article shows how issues of religious terminology have been disruptive. On the other hand, sharing narratives can help heal communities affected by past conflicts. The challenges to be faced today are: as a privileged form of dialogue, never giving up on the ideal of living and praying side by side; to appreciate and better interpret the great variety of religious classical studies read and meditated on throughout the continent; to link the principle of religious freedom with a reflection on the mission and the duties of the state.