Il titolo dell’articolo indica una posizione singolare dell’essere umano nel cosmo. Il testo difende, con le necessarie precisazioni, tale singolarità, che è affermata dalla tradizione biblica e sostenuta dalla cultura umanistica. Gli obiettori denunciano la vana presunzione che ha fatto dell’essere umano un predatore dell’universo, o predicono una futura umanità diversa da quella attuale, grazie al progresso tecnologico, ma destinata alla distruzione. Si risponde che esiste una eccezionalità di fatto, nel senso che l’uomo non è un essere superiore o perfetto, ma ha consapevolezza dei suoi limiti e si sforza di superarli. C’è tuttavia un aspetto negativo, la brutalità ampiamente praticata; ma questo non annulla la grandezza dell’uomo nella sua debolezza. L’Autore è professore emerito nella Facoltà dei gesuiti a Parigi.
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L’UMANITÀ, UN’ECCEZIONE?
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