Nei primi mesi del 2010 la Chiesa belga è stata sconvolta da casi di abusi su minori denunciati a carico di preti e di operatori pastorali, e dai conseguenti interventi della giustizia civile nei confronti della gerarchia locale, giudicati sproporzionati, in particolare per la violazione del segreto istruttorio. L’articolo analizza queste penose vicende sotto l’aspetto sia giuridico sia pastorale. Si tratta infatti di coordinare i diritti della giustizia statale e quelli della disciplina ecclesiale: lo Stato deve perseguire i crimini, e la Chiesa salvaguardare un rapporto fiduciale. In Belgio, in particolare, la pubblicità data agli atti di pedofilia in contrasto con il rigore morale predicato dalla Chiesa sembra un pretesto per giustificare il rifiuto, anche sul piano legislativo, di molti princìpi della morale cristiana. L’Autore insegna Diritto all’Università di Namur.
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LA CHIESA IN BELGIO E LA PEDOFILIA
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