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I salmi di pellegrinaggio, o delle ascensioni – chiamati così per il titoletto che li accomuna (shir hamaalòt = canto delle salite) – sono 15 brevi composizioni (Sal 120–134) per le «salite» degli israeliti al tempio di Gerusalemme, in occasione delle feste di pellegrinaggio: la Pasqua e la Pentecoste ebraica, e la festa delle Capanne.
La raccolta dei «Canti delle salite» non era a uso esclusivo dei pellegrinaggi a Gerusalemme. Il numero dei salmi corrisponde ai 15 gradini che dal cortile delle donne del tempio di Gerusalemme conducevano a quello degli israeliti, attraverso la porta di Nicanore. Si suppone che i salmi venissero recitati o cantati su ogni gradino di queste «scale» (che è una possibile traduzione del termine ebraico maalòt, alternativa a «salite»), nel corso della liturgia del tempio. Alcuni esegeti, inoltre, ritengono che i salmi delle ascensioni siano stati composti in occasione del ritorno a Gerusalemme, dopo l’esilio babilonese.
I genitori di Gesù salivano a Gerusalemme ogni anno per la festa di Pasqua. Essi dunque hanno recitato tante volte (a memoria) i salmi delle ascensioni. Nel Vangelo di Giovanni, Gesù è a Gerusalemme almeno due volte in occasione della Pasqua, poi in occasione di una festa non specificata, di una festa delle Capanne e di una della Dedicazione.
La presentazione, nei Vangeli sinottici, del ministero pubblico di Gesù come una «salita» a Gerusalemme può contenere motivi che caratterizzano i salmi delle ascensioni. Gesù recitava i salmi, non solo quelli delle ascensioni, e non solo quando si recava a Gerusalemme. Le parole di queste preghiere mostrano ciò che gli stava a cuore, e quali erano i pensieri del suo cuore a proposito di Gerusalemme…