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L’annessione di quattro regioni ucraine alla Russia
La minaccia nucleare, nel conflitto tra Russia e Ucraina, in questi ultimi tempi pare stia diventando una sconfortante realtà; basta dare una rapida occhiata alle agenzie e ai maggiori quotidiani internazionali per rendersi conto che la situazione, nel territorio di guerra, diventa di giorno in giorno più difficile.
Le vicende degli ultimi tempi, cui sinteticamente accenneremo, hanno ulteriormente fatto precipitare la crisi, già forte nell’ultima parte dell’estate, dopo che le armate ucraine, sostenute fattivamente dagli occidentali, sono passate all’attacco, liberando porzioni di territorio precedentemente invase o occupate da Mosca.
In ogni caso, le dichiarazioni dell’entourage del presidente Putin, che fanno esplicito (e non più velato) riferimento all’uso di armi atomiche tattiche al fine di difendere il territorio nazionale minacciato, hanno fatto fare al conflitto in atto un vero e proprio salto di qualità, come non era mai accaduto dall’inizio della guerra. Ma vediamo innanzitutto i fatti.
Le forze ucraine, utilizzando i potenti razzi Himars inviati dagli Usa, hanno liberato, all’inizio del mese di settembre, estesi territori, in alcune delle quali era stata già imposta un’amministrazione russa: in pochi giorni esse sono riuscite a riconquistare una parte di quanto la Russia aveva occupato in cinque mesi di sanguinoso conflitto.
Ciò ha creato scontento sia nei ranghi dell’esercito russo – e non solo tra i generali: basti leggere le lettere inviate in patria dai soldati – sia nell’opinione pubblica, sempre più allarmata dall’andamento disastroso della guerra, che Putin continuava a definire «operazione speciale» per sconfiggere i ribelli filonazisti.
È in questo contesto che il Presidente russo, consigliato dai falchi del partito e dopo aver nuovamente epurato molti comandanti e generali dell’esercito, dichiarati traditori e incompetenti, ha preso due decisioni estreme, con l’intento di guadagnare terreno o, come sostengono alcuni analisti, per evitare il peggio…
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THE ATOMIC THREAT AND THE WAR IN UKRAINE
In the conflict between Russia and Ukraine, the nuclear threat seems to have become a daunting reality recently. One need only take a quick glance at the major international newspapers to realise that the situation in the war zone is becoming more difficult and intricate by the day. In the Angelus of October 2, the Pope called both sides to avoid the worst. He pleaded with Putin to stop “such a spiral of violence and death,” and with Zelensky to agree to serious peace negotiations. The Pope’s appeal recalls the historic message delivered by John XXIII on October 25, 1962, during the Cuban Missile Crisis. This article briefly retraces that event so that it may help us understand that there is always a way “back,” even when one has gone one step beyond.