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Negli ultimi anni – a partire dal 2017, quando è uscito il numero 4.000 – La Civiltà Cattolica ha vissuto una svolta significativa. Fondata nel 1850, quando ancora l’Italia non era unita, essa nasceva già internazionale e attraversava frontiere. Oggi abbiamo compreso che una rivista di cultura può identificarsi sempre meno con una nazionalità precisa. «Tutto nel mondo è intimamente connesso», scrive Francesco nella sua enciclica Laudato si’ (n. 16). Ai nostri giorni ciò è quanto mai vero per la cultura, la politica, l’economia, la scienza. E questa connessione vale ancora di più per una rivista che si considera «cattolica», cioè «universale». Per comprendere la realtà occorre uno sguardo ampio e plurale. Da qui abbiamo assunto due decisioni.
La prima è stata che le firme del nostro quindicinale – tutte di gesuiti – dovevano essere sempre più internazionali, per far risuonare sulle nostre pagine le voci e le sensibilità dei differenti continenti, richiedendo anche lo sguardo di testimoni oculari dei fenomeni dei quali intendiamo occuparci. Nel suo messaggio chirografo per i 170 anni della rivista (2020), papa Francesco ha scritto che dalle sue pagine «si sentono salire le voci di tante frontiere che si ascoltano». In questo senso lo stesso Pontefice l’ha definita una rivista «unica nel suo genere».
Questo ha fatto sì che si sentisse l’esigenza di offrire la rivista a un più ampio numero di lettori in lingue differenti. Perciò abbiamo deciso di avere edizioni de La Civiltà Cattolica in inglese, spagnolo, francese, cinese, coreano, giapponese e russo, oltre a quella in italiano.
È chiaro che questa dimensione così ampiamente internazionale non ha lasciato immutata l’identità stessa della rivista proprio perché, avendo lettori in altre lingue, le istanze di altri Paesi e culture sono entrate a far parte del cuore stesso de La Civiltà Cattolica come mai prima, e ne resteranno parte integrante.
Da oggi, 6 aprile 2023, 173° compleanno della nostra rivista, alle otto edizioni già esistenti si unisce quella in lingua portoghese, che ha base in Brasile. Essa nasce come testata cartacea bimestrale e viene pubblicata da Scripta Publicações a Curitiba, nello Stato di Paraná. Ha inoltre un sito di informazione sui contenuti: www.laciviltacattolica.com.br
Era da anni che si attendeva questa edizione che guarda con grande attenzione alla cultura lusofona. La lingua portoghese è la quinta lingua più parlata al mondo ed è idioma ufficiale in Portogallo, Brasile, Angola, Capo Verde, Guinea Bissau, Mozambico, São Tomé e Príncipe, e Timor Est. È anche utilizzato a Macao, territorio sotto amministrazione portoghese fino al 1999, e a Goa. Il portoghese è anche alla base di circa 20 lingue creole. È una lingua che abbraccia quattro continenti, e quindi ha per noi anche un elevato significato simbolico.
La base della rivista è in Brasile, un Paese dell’America Latina che è in realtà un grande e vivacissimo continente, il quale abbraccia ed esprime tensioni molto forti ad ogni livello: politico, culturale, artistico, etnico, geografico, linguistico, religioso. Vorremmo che sempre di più questa ricchezza possa confluire nelle nostre pagine ed essere condivisa nelle altre lingue.
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Pubblicando l’edizione lusofona, rinnoviamo ancora oggi un pensiero che i nostri predecessori nel 1851 formulavano in questi termini: «Tra chi scrive e chi legge corre una comunicazione di pensieri e di affetti che tiene molto dell’amicizia, spesso giunge ad essere quasi una segreta intimità: soprattutto quando la lealtà da una parte e la fiducia dall’altra vengono a raffermarla». Questa amicizia – grazie alle nostre nove edizioni linguistiche – oggi intreccia pensieri ed esperienze diversissime, e unisce e accomuna lettori da ogni parte del mondo.