La Tunisia è la patria di origine delle «primavere» che hanno sconvolto il mondo arabo nel 2011. Anzi, è l’unico Paese dove le riforme democratiche, richieste dalla cosiddetta «rivoluzione dei gelsomini», hanno avuto un grande effetto, sotto il profilo istituzionale, e hanno poi dato vita a una delle Costituzioni più avanzate del mondo arabo.
Ma un decennio di democrazia non ha portato prosperità e buon governo: i tunisini, infatti, sono rimasti delusi dalla politica e dall’estesa corruzione dei suoi rappresentanti, che ha generato una crisi economica molto profonda e ancora in corso.
La composizione demografica del Paese
Le recenti affermazioni fatte dal presidente Kaïs Saïed – in carica da tre anni – sugli immigrati subsahariani presenti in Tunisia, hanno creato un certo sconcerto, soprattutto in alcuni ambienti internazionali.
Il 21 febbraio 2023, in una riunione del Consiglio di sicurezza nazionale, ha dichiarato che sono necessarie «misure urgenti» per porre fine a un flusso incessante di migranti, che sono all’origine di violenze e crimini nel Paese. Ha poi affermato che «dall’inizio del secolo è iniziata un’azione criminale, che mira a cambiare la composizione demografica della Tunisia».
Nella sua interpretazione «complottista», il Presidente sostiene inoltre che l’obiettivo segreto, voluto e finanziato da Paesi stranieri, sia quello di togliere alla Tunisia l’identità storica araba e musulmana per ridurla unicamente alla dimensione africana.
Tale posizione ricorda da vicino la teoria della cosiddetta «sostituzione etnica», formulata per la prima volta dallo scrittore Renaud Camus e oggi fatta propria dall’estrema destra francese (in particolare da Éric Zemmour), e poi divulgata in diversi Paesi di cultura francofona, come appunto la Tunisia.
Mentre queste parole, come si è detto, sono state condannate da alcune organizzazioni internazionali, nel Paese, al contrario, sono state ben accolte da una parte della popolazione. Come conseguenza sono aumentati gli episodi di intolleranza e di violenza nei confronti degli immigrati neri, tanto che questi, per diversi giorni, hanno evitato di farsi vedere in giro o di frequentare luoghi pubblici…