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Assieme ai due film precedenti di Terrence Malick (The Tree of Life, 2011, e To the Wonder, 2013), Knight of Cups (2015) sembra comporre una sorta di trittico. Assicurata è la coerenza stilistica dei tre film, dove la macchina da presa, manovrata con portentosa abilità dal direttore della fotografia Emmanuel Lubezki, sembra rivolta verso l’interiorità del regista piuttosto che verso gli ambienti esterni, sia pure splendidi, nei quali si muovono i personaggi.
Completo è il bilancio di una vita intera contenuto nei tre film, nel primo dei quali vengono trasfigurate le esperienze vissute da Malick nell’ambito della famiglia dove è nato e cresciuto. Nel secondo film il regista parla dei suoi rapporti con le persone che ha conosciuto da adulto al di fuori della sua famiglia di origine. Nel terzo, che è questo, propone una sorta di esame di coscienza in vista di una confessione generale.