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P. Bartolomeo Sorge – già direttore della nostra rivista – è mancato a Gallarate la mattina del 2 novembre, dopo aver compiuto 91 anni da pochi giorni. Nato il 25 ottobre del 1929 all’Isola d’Elba (Rio Marina), dove suo padre compiva il suo servizio, ha sempre ricordato con fierezza le sue radici siciliane per parte di padre e venete per parte di madre.
Entrato a 17 anni nel noviziato di Lonigo, dell’allora Provincia veneto-milanese della Compagnia di Gesù, percorre in modo sereno le varie tappe della formazione spirituale e culturale dei gesuiti. Compiuti gli studi di teologia in Spagna, è ordinato sacerdote nel 1958 e si specializza in Scienze sociali a Roma, all’Università Gregoriana. Nel 1966 viene destinato a La Civiltà Cattolica – allora diretta da p. Roberto Tucci – come «scrittore», per coprire il campo delle scienze politiche e sociali e delle questioni di attualità alla luce dell’insegnamento sociale della Chiesa. Sono gli anni immediatamente seguenti al Concilio, densi di entusiasmi e desideri di rinnovamento, di dibattiti e di tensioni. Sorge interviene spesso sulle pagine della rivista, ma si fa anche una solida fama di conferenziere per la sua loquela brillante e sonora, l’eccezionale capacità di presentare con chiarezza questioni complesse, il volto sorridente e la positività delle proposte.
Fra i grandi temi affrontati in quegli anni ricordiamo quelli della Populorum Progressio e della Octogesima adveniens. Notevole eco ebbero anche i suoi articoli su «cristiani per il socialismo». Nei complessivi 18 anni di permanenza a La Civiltà Cattolica p. Sorge firmerà circa 110 articoli e note. Nel 1973, con la nomina di p. Tucci alla direzione della Radio Vaticana, p. Sorge, già vicedirettore, diventa il suo naturale successore. Fra il 1974 e il 1975 partecipa all’importante 32a Congregazione Generale dei gesuiti, caratterizzata dal dibattito sul rapporto fra la fede e la giustizia, a cui partecipa anche p. Jorge Mario Bergoglio. Nel 1975 celebra con entusiasmo e con gioia la pubblicazione del numero 3000 de La Civiltà Cattolica.
La sua autorevolezza in Vaticano durante il pontificato di Paolo VI cresce e il dialogo con la Segreteria di Stato – in particolare con la Sezione per gli Affari straordinari, della quale era allora responsabile mons. Achille Silvestrini – è intenso. Anche nella Chiesa italiana, guidata allora dal card. Antonio Poma e da mons. Enrico Bartoletti, la sua voce è una delle più ascoltate, fino al momento culminante del grande Convegno ecclesiale nazionale su «Evangelizzazione e promozione umana» del 1976, dove – anche in seguito alla morte improvvisa di mons. Bartoletti – egli è fra i protagonisti e tiene la relazione conclusiva, riscuotendo vasti consensi.
Non è un mistero che dopo l’elezione di Albino Luciani al pontificato, il nuovo papa, che conosceva bene Sorge e ne aveva grande stima, abbia pensato a lui come suo successore a Venezia. Ma le cose andarono diversamente. Poi, nei primi anni del pontificato di Giovanni Paolo II la sintonia fra p. Sorge e i nuovi orientamenti delle alte sfere ecclesiastiche va diminuendo. Nel 1985, dopo oltre 10 anni molto intensi e proficui di direzione de La Civiltà Cattolica, è maturato il tempo per un avvicendamento. Nel suo articolo di commiato, p. Sorge ringrazia in particolare Paolo VI, il card. Villot, Segretario di Stato, p. Pedro Arrupe, Preposito generale dei gesuiti, e mons. Bartoletti. È consapevole di aver guidato la rivista in anni cruciali per l’attuazione degli orientamenti del Concilio Vaticano II nella Chiesa e nel mondo contemporaneo e passa serenamente il testimone al suo successore, p. GianPaolo Salvini, per condurre La Civiltà Cattolica nel progredire del nuovo pontificato di Giovanni Paolo II.
A questo punto si apre per p. Sorge un capitolo nuovo. Fra i grandi problemi della società italiana di allora la lotta alla mafia era certamente uno di quelli più gravi e urgenti. È così che i superiori della Compagnia di Gesù propongono a p. Sorge di impegnare la sua autorevolezza e competenza su questo fronte, e precisamente a Palermo, città simbolo e strategicamente cruciale, dove i gesuiti erano già attivi da anni nel campo dell’impegno sociale, ma vi era bisogno di nuove forze e di nuove idee. Il card. Salvatore Pappalardo, arcivescovo di Palermo, è lieto di questo progetto e p. Sorge, con ammirevole disponibilità, prontezza ed entusiasmo, si getta nella nuova battaglia. Del resto, non aveva mai dimenticato la sua radice siciliana, ma – soprattutto – l’impegno dei laici cristiani nella società e nella politica, nello spirito del Concilio, era sempre stato uno dei temi su cui aveva maggiormente insistito.
I risultati vengono presto. P. Sorge e il nuovo «Istituto di formazione politica Pedro Arrupe» hanno un ruolo molto importante nella famosa «primavera di Palermo» e diventano punto di riferimento per molte forze impegnate con coraggio nella società e nella Chiesa per il rinnovamento della città e della Sicilia. Le inaugurazioni annuali dell’attività dell’Istituto sono eventi di grande rilievo, come quando vi parteciparono p. Peter-Hans Kolvenbach, Preposito generale della Compagnia di Gesù, e il card. Pappalardo. L’idea stessa delle «scuole di formazione politica» per promuovere il servizio dei laici nella società si diffonde rapidamente, dando luogo a una stagione di iniziative simili in ogni parte d’Italia, anche se purtroppo non ne seguiranno tutti i frutti sperati. Sono anni drammatici, gli anni degli attentati a Falcone e Borsellino. Anche Sorge viene minacciato dalla mafia e per lungo tempo deve spostarsi con la scorta, presente anche di notte presso la casa del Centro studi dove egli abita e opera. Ma non ha paura a esporsi e a intervenire. La situazione è estremamente complessa e non mancano dissapori anche fra i gesuiti, come avvenne con p. Ennio Pintacuda. Ma questo è il prezzo dello stare su una frontiera difficile.
Nel 1996 la tappa palermitana ha termine e p. Sorge parte per Milano. La cosa non deve stupire. Nelle prospettiva dei gesuiti italiani, Palermo e Milano erano da decenni i due poli principali dello studio e dell’impegno nelle questioni sociali, la cui collaborazione veniva promossa. A Milano, presso il Centro studi sociali della residenza dei gesuiti di San Fedele, viene pubblicata la rivista Aggiornamenti Sociali. P. Sorge ne sarà il direttore per 13 anni esatti, dall’inizio del 1997 alla fine del 2009. Su questa rivista egli pubblica almeno 100 editoriali, praticamente ogni mese, conservandosi attivo e battagliero su tutti i temi dell’attualità con gli scritti, le conferenze e le interviste; intanto continua a recarsi a Palermo per i suoi corsi all’Istituto «Arrupe». Non basta. Dal 1999 al 2005 dirige anche la rivista Popoli, che prosegue la tradizione delle riviste missionarie dei gesuiti con attenzione all’attualità internazionale e al dialogo con le religioni.
Ma nel 2009 l’infaticabile p. Sorge ha compiuto 80 anni! Sembra giunto il tempo di ritirarsi dalla direzione dei periodici e dalla docenza, anche se non sarà certo il tempo dell’inattività. Egli rimane sempre impegnato e disponibilissimo. Risiede a Milano fino al 2016, quando si sposta a Gallarate per una migliore assistenza, pur continuando a intervenire su questioni di attualità, come l’accoglienza ai migranti, con quella libertà di spirito e di parola che caratterizza i grandi anziani. Circa due anni fa, mentre è accompagnato in auto a tenere una conferenza, viene coinvolto in un grave incidente stradale. Ma si riprende ancora. Al compimento del suo 90° anno, nell’autunno del 2019, ha la gioia di partecipare, insieme ai padri di Aggiornamenti Sociali, a Roma a un’Udienza papale, in cui papa Francesco – che lo ricorda sempre con molta stima – gli manifesta ancora una volta il suo personale affetto.
Il ricordo di p. Bartolomeo sarebbe gravemente incompleto se non si parlasse anche, almeno un poco, della sua vita sacerdotale e religiosa. Egli si alzava ogni mattina prima dell’alba per una prolungata preghiera personale e la celebrazione della Santa Messa. Si recava regolarmente per ritiri spirituali personali all’Abbazia delle Benedettine di Citerna (Pg). Era volentieri disponibile per conversazioni e ritiri, in particolare per i sacerdoti, ma anche molti laici ricordano con gratitudine ed entusiasmo il suo servizio sacerdotale, di cui hanno goduto in molte occasioni nel corso degli anni. Il suo comportamento religioso e l’osservanza dei voti erano assolutamente encomiabili. Per molti anni, a Roma, a Palermo, a Milano, ha svolto anche il servizio di superiore della comunità religiosa a cui apparteneva, in modo prudente, umano e cordiale.
Certamente è stato un credente sincero, animato da una profonda devozione mariana. Concludendo il suo commiato da Aggiornamenti Sociali, scriveva: «Insisterò nella preghiera perché Dio benedica la rivista e la sua grande famiglia […] e continuerò ad affidarla alla Madre della Divina Grazia, che ho imparato a invocare con il titolo di “vera direttrice di Aggiornamenti Sociali”».
Senza dubbio, nessuno è perfetto e neppure p. Sorge lo era, ma il suo sorriso aperto e cordiale e la sua inalterabile serenità lasciavano trasparire un’anima unita a Dio senza incertezze, lieta nel rispondere fino in fondo alla sua vocazione al servizio degli altri, nella Chiesa e nella Compagnia di Gesù. Lo ricordiamo con affetto, simpatia, stima e gratitudine.
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IN MEMORY OF P. BARTOLOMEO SORGE S.I. (1929-2020)
On November 2, Fr. Bartolomeo Sorge, former director of La Civiltà Cattolica, passed away. We retrace his long journey of intense service to God and the Church. After years of religious formation, he specialized in political and social sciences, Fr. Bartolomeo arrived at La Civiltà Cattolica in 1966. The culminating moment of those years was the Ecclesial Conference of the Italian Church «Evangelization and Human Promotion». Sent to Palermo in 1985 to establish the «Pedro Arrupe Institute of Political Training», he lived intense years on the frontline in the fight against the mafia. In 1986, he moved to Milan, where he directed Social Updates for 13 years. Since 2010, he continued his service, first in Milan and then in Gallarate, in the full presence of the spirit until the day of his death.