DANTE E I GESUITI
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Il contesto dell’articolo. Nel 2021 ricorre il settimo centenario dalla morte di Dante Alighieri.
Perché l’articolo è importante?
In questa prospettiva, l’articolo ricorda che nel 1965, nel corso delle celebrazioni per il settimo centenario della nascita di Dante, la nostra rivista pubblicò due articoli volti a sfatare un luogo comune. Nell’inconscio collettivo italiano resta infatti l’effetto di un’antica calunnia, secondo la quale i gesuiti italiani come tali sono sempre stati nemici dell’arte di Dante.
L’articolo riprende l’origine di tale diceria – l’opinione espressa nel Settecento dal gesuita Saverio Bettinelli – e la sfata, offrendo sinteticamente la storia dei principali commenti della Commedia scritti dai gesuiti in Italia lungo il corso di tre secoli.
Tra questi vale qui la pena citare san Roberto Bellarmino, che è tra i primi conoscitori ed estimatori gesuiti di Dante. Egli ha anticipato l’interpretazione di Dante fondata esclusivamente sul suo genio poetico, indicando la via a coloro che avrebbero respinto il Dante nemico del papato e della Chiesa, il Dante manicheo o cabalista, membro di una setta segreta. Lo fece applicando un metodo apologetico doppio: apologia del poeta, esaltandone il magistero dell’arte e, contemporaneamente, apologia del papato, riscattando il poeta dall’accusa di averne voluto rinnegare il magistero della fede.
Quali sono le domande che l’articolo affronta?
- Si può davvero affermare che Dante Alighieri sia e sia sempre stato inviso ai gesuiti italiani? Come si è formata questa diceria?
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DANTE AND THE JESUITS
In the Italian collective unconscious, the effect of an ancient slander continues to reverberate, and according to which the Italian Jesuits as such have always been enemies of Dante’s art. The article takes up the origin of this hearsay and the debacle, briefly offering the history of the main comments of the Comedy written by the Jesuits in Italy over the course of three centuries.
Per leggere l’articolo integrale, acquista il quaderno 4089.