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ABSTRACT — È significativo che a 21 anni dal brutale martirio dei sette monaci cistercensi a Tibhirine, nel sud dell’Algeria, la loro memoria sia così viva da inserirsi definitivamente nell’esperienza centrale dei martiri del secolo scorso e del presente.
Essa ci aiuta a cogliere lo spirito con il quale si dovrebbero affrontare situazioni difficili ed eccezionali, rimanendo contemplativi nei riguardi della volontà di Dio, anche quando essa ci chiede cose difficili da comprendere e dalle quali, quando è possibile, ci allontaneremmo istintivamente.
Con questo sguardo, un recente dvd, Signum in montibus, propone, nella veste di sacra rappresentazione, un’approfondita riflessione sulla maniera di vivere e morire per ogni cristiano.
Dopo aver ricordato per sommi capi la presenza e il significato dei monaci a Tibhirine, e poi la storia recente dell’Algeria, i testi recitati si concentrano nell’approfondire la scelta dei religiosi di rimanere al loro posto, non tanto in ossequio al loro voto di stabilità, quanto per testimoniare la vicinanza agli appartenenti al vicino villaggio berbero islamizzato, con i quali sono in comunione di vita da alcuni decenni.
Se all’inizio si poteva intuire il significato del titolo della rappresentazione Signum in montibus – Tibhirine si trova a circa mille metri sui contrafforti della catena montuosa dell’Atlante –, poi dalle immagini si riconosce che è il nome proprio del monastero; al termine del dramma il titolo si carica e si colora di significati e testimonianze che ci auguriamo continuino a brillare anche in quel punto particolare nel sud dell’Algeria.
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THE SACRED DRAMA «SIGNUM IN MONTIBUS»
20 years on from the brutal murder of seven Cistercian monks at Tibhirine (Algeria), their memory is so alive today as to be included in the central experience of the martyrs of our time. They show us the spirit in which we should deal with difficult and extreme situations. A recently published DVD, Signum in montibus, proposes, in the guise of sacred representation, an in-depth reflection on how every Christian should live and die, while remaining contemplative and faithful in respect to the will of God. Even when fear and suffering instinctively would distance us from it.