«DOPO TANTO CERCARE E INDAGARE»

La religiosità di Giacomo Leopardi

Quaderno 4003

pag. 42 - 50

Anno 2017

Volume II

25 Marzo 2017
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ABSTRACT – A proposito della religiosità di Giacomo Leopardi, è interessante leggere con sguardo critico in particolare le sue Operette morali. In esse si può riconoscere un cammino: dalla negatività dei primi dialoghi, in cui l’uomo è immerso nella morte e nel nulla, alla positività degli ultimi dialoghi, dove si prospettano l’amore e la gloria come soluzione al pessimismo.

Oltre alle sue opere, la religiosità del poeta è rintracciabile nella sua biografia. Questa ricostruzione è possibile perché, verso la fine del secolo scorso, alcuni studiosi hanno ribaltato l’immagine di un Leopardi anticristiano, morto senza fede, e hanno dimostrato il contrario. Ci riferiamo in particolare a Nicola Storti e a Divo Barsotti.

Barsotti dà questo giudizio di Leopardi: «[Egli] aveva scritto del cristianesimo, ma lo aveva visto dal di fuori; ne aveva trattato come di una dottrina, non ne aveva avuto una conoscenza reale». Ad ogni modo, «il rifiuto a ogni fede religiosa non fu mai, nel poeta, assoluto e pacifico». Più che una negazione della fede cristiana, la sua fu una rivolta contro il male; perciò la sua poesia, pur non essendo cristiana, fu «religiosa».

Dal canto suo, Storti, addetto all’Archivio Segreto Vaticano, è giunto alla conclusione — attraverso il rinvenimento di alcuni importanti documenti, inclusa una lettera che attesta la sua amicizia con il padre gesuita Francesco Scarpa, suo confessore — che il poeta recanatese, negli ultimi tempi della sua vita, ritornò alla fede della sua prima adolescenza, e che la sua morte è stata cristiana.

È interessante sapere che tra gli scritti del poeta recanatese ci sono anche due preghiere a Maria. La più lunga delle due si trova a chiusura del poemetto «Appressamento della morte», scritto a 18 anni: O Vergin Diva, se prosteso mai / caddi in membrarti, a questo mondo basso, / se mai ti dissi Madre e se t’ amai, / deh tu soccorri lo spirito lasso / quando de l’ ore udrà l’ ultimo suono, / deh tu m’ aita ne l’orrendo passo.

Ungaretti, che ha studiato in modo approfondito Leopardi, ha dato un giudizio del poeta che può sembrare sorprendente: «Egli è molto più cristiano del Petrarca, forse il più grande cristiano che ci sia mai stato: ama perdutamente il prossimo».

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«AFTER MUCH SEARCHING AND INVESTIGATION». Giacomo Leopardi’s religiosity

This article sums the religious world of Giacomo Leopardi. The commences by considering the Operette morali, in which we can recognize a path from the negativity of the early dialogues, where man is immersed in death and nothingness, to the positivity found in the later dialogs, where men can envisage love and glory as a solution to pessimism. The latter work shows how the religiosity of the poet was also manifested at the end of his life; here too are remembered certain episodes which indicate that Leopardi had returned to the faith of his early adolescence and that his death was Christian. The article concludes with two prayers to Mary by this poet from Recanati.

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