La vita sacramentale dei cristiani, occasione di incontro con Dio e celebrazione comunitaria della fede, è un ambito privilegiato dell’esperienza religiosa. Infatti, nella celebrazione dei sacramenti possiamo cogliere sentimenti e atteggiamenti di particolare significato nella storia dell’esperienza religiosa, sia a livello individuale sia a livello collettivo. La confessione è uno dei sacramenti in cui la manifestazione religiosa si rende più viva, più personale e coinvolgente[1].
Certo, non possiamo arrivare al dialogo diretto, personale tra penitente e confessore; perciò dobbiamo usare un altro tipo di testimonianze e fonti per cercare di avvicinarci a un’esperienza sacramentale così personale. Abbiamo a nostra disposizione le opere di teologia morale e di teologia spirituale. Più vicine all’esperienza religiosa stessa sono però le opere catechetiche, i manuali di predicazione e, soprattutto, i manuali di devozione. Il sacerdote genovese Giuseppe Frassinetti (1804-68), scrittore infaticabile, ha composto opere che si riferiscono a tutti questi ambiti. Tra di esse, ce ne sono due che per il loro carattere pratico ci possono far avvicinare maggiormente all’esperienza religiosa vissuta: La divozione illuminata e il Manuale pratico del parroco novello. In entrambe si parla della confessione, ma, mentre nella prima l’autore si rivolge al penitente, nella seconda al confessore. Così abbiamo la possibilità di tracciare un quadro che possiamo ritenere sufficientemente completo, pur non considerando, in questo articolo, altre opere di Frassinetti, come il Compendio della teologia morale di S. Alfonso M. de’ Liguori[2], che ha un carattere più sistematico, e i volumi delle Istruzioni catechistiche al popolo[3], dove l’esposizione sulla confessione ha un’impostazione piuttosto apologetica.
Profilo biografico e spirituale di Frassinetti
Giuseppe Paolo Maria Frassinetti nacque a Genova nel 1804 e vi morì nel 1868[4]. Era il primo di 10 figli, di cui sopravvissero solo cinque, quattro dei quali divennero sacerdoti. L’unica figlia, Paola, è stata la fondatrice della Congregazione delle Suore di santa Dorotea, canonizzata nel 1984 da san Giovanni Paolo II. Frassinetti ricevette l’ordinazione sacerdotale il 22 settembre 1827[5]. La Prioria di Santa Sabina, in Genova, dove rimase per ben trent’anni, fu il centro principale del suo ministero sacerdotale. Attualmente è in corso il suo processo di beatificazione.
La vita di Frassinetti coincide con il movimento dell’Unità d’Italia, ma egli si mantenne sempre estraneo alla politica, essendo convinto che essa non rientrasse nella sua missione. Conosciuto per il suo antigiansenismo, fu coinvolto nella persecuzione che si scatenò in Genova contro i gesuiti e
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