Lo scorso 18 aprile è stata presentata a Roma, nella suggestiva cornice dell’Aula della Congregazione Generale della Compagnia di Gesù, la XXIII edizione del Rapporto annuale del Centro Astalli, il Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati in Italia (Jesuit Refugee Service Italy [JRS], da ora Centro Astalli)[1]. Il testo mostra con dati e commenti l’attività compiuta nel 2023 a favore di richiedenti asilo e rifugiati arrivati in Italia, che si sono rivolti ai diversi servizi: circa 11.000 sono state le persone accompagnate a Roma; 22.000, se si considera tutto il territorio nazionale con le sedi di Bologna, Catania, Grumo Nevano (Na), Vicenza, Padova, Palermo e Trento. Si tratta di migliaia di persone seguite secondo lo stile del JRS, riassunto dai tre verbi, consegnati da p. Pedro Arrupe, che ne è stato il fondatore: accompagnare, servire e difendere. Persone innanzitutto, con un nome, una propria storia, con speranze e desideri, ma soprattutto con una dignità, come si fa notare nel documento vaticano Dignitas infinita: «È pertanto sempre urgente ricordare che “ogni migrante è una persona umana che, in quanto tale, possiede diritti fondamentali inalienabili che vanno rispettati da tutti e in ogni situazione”»[2].
Accompagnare, servire e difendere
Il Rapporto si presenta diviso in quattro sezioni. Da alcuni anni le tre parole che costituiscono il cuore della mission del JRS sono divenute anche le prime tre sezioni del Rapporto annuale; una quarta, poi, è dedicata alla rete nazionale.
Nella sezione Accompagnare sono presentati i servizi di primo livello: tra questi, la risposta al bisogno alimentare. Più di 67.000 pasti sono stati distribuiti a Roma, nella storica mensa di via degli Astalli, primo nucleo del nascente servizio nel 1981. L’incremento è stato di circa il 45% rispetto all’anno precedente, quando i pasti distribuiti furono 46.000. A Palermo, nel cuore del quartiere Ballarò, sono state oltre 12.000 le colazioni distribuite (con un incremento di circa il 30%). In tutte le sedi sono state quasi 1.200 le persone accolte in convenzione con enti pubblici o con realtà ecclesiali. Oltre 1.000 sono stati gli studenti della scuola di italiano, strumento indispensabile per integrarsi in Italia. Circa 2.500 le persone visitate da medici volontari in tre sedi della rete (Roma, Catania e Palermo), a cui vanno aggiunti altri 2.300 utenti che a Roma, presso il SaMiFo (Salute Migranti Forzati) della ASL Roma 1, con cui da anni è attiva una collaborazione, hanno effettuato circa 10.000 visite
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