L’articolo si propone di mostrare la rilevanza teologica della morte di Gesù, radicalmente sottovalutata da Bultmann. E questo sulla base di una ragionevole presa in considerazione della caratteristica storica del mistero cristiano, capace di far vedere come la dimensione simbolica degli eventi, culminati nell’ultima cena, non sia affatto da opporre a quella storica, ma trovi in quest’ultima le sue più profonde radici, che forniranno il punto di partenza per i successivi sviluppi della tradizione ecclesiale. Va considerato come Gesù, dopo un iniziale successo del suo ministero in Galilea, abbia dovuto fronteggiare non soltanto la crescente incomprensione dei discepoli e dei suoi ascoltatori, ma anche il progressivo radicalizzarsi delle opposizioni alla sua predicazione da parte delle autorità religiose e politiche giudaiche. L’Autore è professore di Teologia a Scutari (Albania).