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Non c’è nulla di nuovo nell’affermare che abbiamo bisogno di vivere in un contesto di fratellanza umana. E nemmeno nell’aggiungere che questa è una questione urgente. Tantomeno dubitiamo del fatto che questo grido sia stato innalzato, attraverso i secoli, da uomini e donne che hanno dato la vita per tale ideale. Ciò che invece richiede sempre una novità è come farlo in ogni contesto. Dobbiamo chiedere allo Spirito di mostrarci con fedeltà creativa quali nuove vie, quali pedagogie pastorali attualizzate, quali ispirazioni originali potranno aiutarci a crescere in questa utopia alla quale ci invita la fede e ci chiamano le nostre guide religiose.
La nostra esperienza ci porta quindi a proporre tre criteri pedagogici e pastorali in base ai quali possiamo indurre i nostri fratelli e sorelle ad avvertire questa utopia come propria e ad associarsi alla costruzione di questo desiderato progetto nel momento attuale.
Una pedagogia del lignaggio aperto
Ognuno di noi appartiene a un determinato lignaggio (da «linea»): proveniamo da una certa catena storica di relazioni, di cui costituiamo un anello. Indipendentemente dal fatto che le conosciamo, le nostre genealogie impregnano la conformazione della nostra identità per virtù e per difetto. Siamo ciò che facciamo con ciò che abbiamo ereditato a livello genetico, familiare, culturale, personale; se lo ignorassimo, commetteremmo una grave imprudenza antropologica.
Il poterci rendere consapevoli di questa memoria storica inscritta nella nostra personalità è un’utile azione pedagogica, che ci impedisce di cadere nel trabocchetto, proprio di una soggettività debordata, di credere che tutto abbia inizio con la nostra libertà. È il radicamento nelle fibre nutrienti delle nostre relazioni che fonda la possibilità di seminare, consapevolmente, l’orizzonte di senso che attendiamo dal domani.
In effetti, una pedagogia del lignaggio aperto, personale e familiare, deve portarci a toccare, nella nostra ricerca, il momento in cui il nostro albero genealogico si perde, fondendosi…
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WHOSE BROTHERS AND SISTERS? Three criteria for an impossible fraternity
This article proposes three pedagogical and pastoral criteria for thinking about how to approach the utopia of human fraternity and experience it as our own. The first, a pedagogy of open lineage in order to understand ourselves, commencing with a relational anthropology, as human beings beyond blood ties; second, a pedagogy of adoptive sons and daughters, discovering our reality in the light of the truth of God as Father; finally, a pedagogy of concrete fraternity that binds us to others and to created things, as Francis proposes in the encyclical Fratelli tutti.