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Cultura e società

«Fragile»

Un nuovo immaginario del progresso

Giovanni Cucci

2 Gennaio 2021

Quaderno 4093

Balloon about to pop (iStock.com/BrianAJackson)

Il contesto dell’articolo. Il libro di Francesco Monico Fragile. Un nuovo immaginario del progresso indaga l’idea di progresso così come è stata elaborata nel corso dell’epoca moderna, e cioè intesa come sviluppo lineare, in continua crescita, che procede di bene in meglio ed elaborata narrativamente e compendiata dalla ballata dell’Apprendista stregone di Goethe. 

Perché l’articolo è importante? 

Riprendendo la concezione dell’uomo come Homo fictus, costruito dall’immaginazione, Monico afferma che è proprio all’immaginazione che dobbiamo l’idea di progresso. Essa è il motore della storia. D’altra parte, la dimenticanza di questa origine «fantastica» dell’idea ha portato la modernità a disattendere alcuni aspetti fondamentali della realtà, con gravi conseguenze, come stiamo sperimentando in questi mesi di pandemia. Si potrebbe dire che se per millenni abbiamo immaginato più di quanto non potessimo realizzare, oggi realizziamo più di quanto siamo poi in grado di immaginare. Martin Heidegger scriveva: ciò che è veramente inquietante non è che il mondo si trasformi in un completo dominio della tecnica, ma che l’uomo non è affatto preparato a questo radicale mutamento del mondo. D’altra parte, sottraendo all’uomo la sua capacità immaginativa è più facile controllarlo e suggerirgli ciò di cui ha veramente bisogno. Come uscirne?

Ecco dunque che l’articolo, con Monico, suggerisce che accanto a tale «mito fragile» di progresso, ci sono alcuni contro-immaginari – a livello economico, filosofico e comunitario – ugualmente presenti, anche se meno pubblicizzati, che possono indicare delle vie d’uscita. Ne vengono ricordati tre: l’importanza della decrescita (Latouche), l’eterogenesi dei fini (Vico), il ben vivere, concretamente attuato in una comunità (gli Amish).

Quali sono le domande che l’articolo affronta?

  • Che fine ha fatto la nostra immaginazione e perché ne abbiamo bisogno?
  • L’idea di progresso, frutto della nostra immaginazione, ci è forse sfuggita di mano?

***

«FRAGILE». A new image of progress

Francesco Monico’s book Fragile. Un nuovo immaginario del progresso [Fragile. A New Image of Progress] investigates the idea of progress as it has been elaborated during the modern era. Resuming the conception of man as Homo fictus, built by imagination, the author states that it is precisely to imagination that we owe the idea of progress. The forgetfulness of this «fantastic» origin has led modernity to disregard some fundamental aspects of reality, with serious consequences on a cultural, economic, political and environmental level. If it is to the imagination that we owe the «fragile» notion of progress, the way out can be identified by some equally present counter-images, even if these are less pronounced. In Monico’s book, three of these are mentioned: the importance of degrowth (Latouche), the heterogeny of ends (Vico), a good life, which is concretely implemented in a community (the Amish).

Non è disponibile la versione digitale di questo articolo, è possibile leggerlo solo nella versione cartacea o e-book


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«Fragile»

Giovanni Cucci

Scrittore de La Civiltà Cattolica.


2 Gennaio 2021

Quaderno 4093

  • pag. 71 - 80
  • Anno 2021
  • Volume I

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Si parla di:

Immaginazione Modernità Progresso

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